Bruxelles – Favorire iniziative per i rimpatri volontari di migranti irregolari bloccati in Libia, per distruggere il traffico degli scafisti e salvare vite umane. A rilanciare questa idea (non nuovissima) dovrebbero essere adesso i capi di Stato e di governo dei Ventotto stati membri, che si riuniscono domani a Bruxelles per il Consiglio Europeo. Almeno, stando all’ultima bozza di conclusioni. «È necessario si legge nel testo, nella parte relativa alla migrazione – prendere iniziative per offrire opportunità di ritorno assistito a migranti bloccati in Libia e ridurre viaggi pericolosi». Un paragrafo che non compariva nelle precedenti versioni delle bozze di conclusioni e che è stato inserito, riferiscono fonti diplomatiche, su richiesta del Servizio europeo di azione esterne (Seae), il ‘Ministero degli Esteri’ Ue guidato dall’Alto rappresentante Federica Mogherini. Il Seae, in effetti, da tempo osserva con particolare preoccupazione i giganteschi campi di migranti irregolari in Libia, in condizioni spaventose e violazioni quotidiane dei diritti umani, oltretutto «serbatoio» di migliaia di «clienti» per i trafficanti di uomini in Libia. Il Paese è da tempo al centro dell’attenzione europea e italiana, la missione navale Ue Eunavfor Med ‘Sofia’ oltre a pattugliare il Mediterraneo, ha ora anche il compito di formare la guardia costiera libica. In realtà, l’Ue ha già da tempo stanziato 30 milioni di euro per la situazione dei migranti irregolari in Libia. Fondi destinati anche al sostegno all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) sul fronte dell’aiuto ai migranti che accettino di ritornare dalla Libia al Paese di origine: dal reperimento dei documenti (non facile, visto che molti Stati non hanno più ambasciate a Tripoli), all’organizzazione e al finanziamento del viaggio. Un programma finora passato quasi sotto silenzio. Il sostegno dei leader europei, dicevano ieri fonti Ue, è importante non solo per sostenere e proseguire queste attività – che possono salvare molte vite – ma anche intensificarle. Anche, forse, incrementando i fondi. (Giovanni Maria Del Re)