Giubileo: a pranzo con migranti e rifugiati

Torino – L’Arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, ha aperto ieri, domenica 20 dicembre, la seconda Porta Santa della Diocesi dopo quella in Duomo. Si tratta della porta che dà accesso alla chiesa grande del Cottolengo e che, come ha ricordato l’Arcivescovo nella sua omelia, “ci ricorda che la misericordia di Dio si manifesta soprattutto nell’accoglienza dei poveri e degli ultimi”. Ed è stato questo lo spirito del pranzo offerto dall’Arcivescovo, presso la Casa della Divina Provvidenza, che ha visto sedute accanto alle autorità cittadine e regionali rifugiati, senza fissa dimora, nuovi poveri, disabili e famiglie rom.

“Ho pranzato con tre giovani afghani in attesa di asilo politico – ha commentato il Governatore della Regione Piemonte Sergio Chiamparino – è stata un’esperienza interessante ed emozionante”. Al tavolo di Antonio Saitta, Assessore regionale alla Sanità, erano seduti un cittadino congolese e una coppia ghanese: “E’ stato un pranzo speciale in cui abbiamo ascoltato le storie di queste persone: è stata l’occasione per gettare lo sguardo oltre”, afferma l’Assessore.

“E’ stato accolto positivamente l’invito dell’Arcivescovo a coinvolgere il mondo Migrantes – afferma il Direttore dell’Ufficio Migrantes di Torino  Sergio Durando -, sia per il significato dell’apertura della Porta Santa, sia per la vicinanza all’ormai prossimo Natale. Cristo nasce e rinasce, si incarna nella storia. Chissà se oggi si troverebbe ancora una volta di fronte a un rifiuto o, al contrario, a una Chiesa capace di aprire le porte. La giornata vissuta a Torino è stata la testimonianza di una Chiesa accogliente e attenta a tutti”.