Roma – Il pellegrinaggio dei gitani provenienti da molte nazionali del mondo, dall’India fino al Messico, dall’Irlanda, alla Svezia, alla Slovacchia, dopo la tappa al Colosseo per la Via Crucis e il ricordo delle discriminazioni e delle violenze nei confronti dei rom, la tappa al Divino Amore, il santuario che ha richiamato la fede mariana del popolo rom, ha vissuto la sua terza tappa a S. Pietro, con l’udienza speciale di Papa Francesco e la visita alla Basilica questa mattina. Lo ricorda in una nota Mons. Gian Carlo Perego, Direttore della Fondazione Migrantes, uno degli enti organizzatori del pellegrinaggio dei popoli rom. “E’ stata una festa dei popoli rom con Papa Francesco. Commozione, lacrime, festa si sono alternate nell’udienza di quasi 7000 rom con il Papa in sala Nervi”, ha detto il sacerdote sottolineando che il Papa nel suo discorso ha lanciato un “forte appello alla responsabilità. Alla responsabilità dei rom, perché non diano motivo con i loro gesti ad aumentare la discriminazione nei loro confronti; alla responsabilità delle istituzioni, perché non lascino ai margini delle città le persone e le famiglie rom, soprattutto i piccoli, ma a renderli partecipi alla vita della città; alla responsabilità della Chiesa, che vive nelle diverse parrocchie di Roma e dell’Europa, perché senta una preferenza particolare alle persone rom”. “Per la Chiesa italiana, che si prepara a vivere il Convegno ecclesiale di Firenze – ha detto mons. Perego – le parole del Papa sono un invito alle nostre comunità a camminare con la gente, a ‘uscire’, a incontrare le persone e le famiglie, senza escludere nessuno, considerando con una particolare predilezione nella pastorale i ragazzi e i giovani rom, quasi la metà dei 180.000 rom che vivono in Italia e che costituiscono – come ha ricordato il Papa – il presente e il futuro di questo popolo”, conclude il Direttore della Fondazione Migrantes.