Mons. Nosiglia: “superare i campi”

Torino – “I campi nomadi sono realtà che dovrebbero essere superate. Non si può pensare a un campo perfetto, restano sempre ambienti difficili da seguire. Possono rappresentare soluzioni transitorie se c’ è acqua, luce, se c’ è chi collabora con la gestione, ma il campo non può essere il punto d’ arrivo. Bisogna arrivare a soluzioni di accoglienza che rendano i fratelli rom soggetti con diritti e doveri”. Così l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia è intervenuto sulla richiesta sollevata nei giorni scorsi nel Comune di Borgaro di istituire una linea separata di bus della linea 69 per i residenti del campo nomadi alle porte del comune dell’ hinterland torinese. Un richiamo da parte del presule a non dare seguito a proposte provocatorie, ma a lavorare con serietà sull’accoglienza dei nomadi. Mons. Nosiglia già nel settembre di due anni fa aveva scritto una lettera pastorale intitolata “Non stranieri, ma concittadini e familiari di Dio” rivolta a rom e sinti che vivono sul territorio diocesano e ha più volte visitato i campi torinesi senza trascurare l’importanza dell’educazione alla legalità. Anche don Daniele Bortolussi da poche settimane parroco della comunità di Borgaro, invita a considerare la situazione richiamando l’attenzione delle istituzioni ad una sinergia costruttiva. “La gente a seguito dei tanti episodi di violenza – spiega – è arrabbiata e non bisogna dimenticare che accoglienza è anche agire secondo giustizia. Bisogna che i problemi vengano affrontati con serietà e globalmente, con progettualità e non con generici proclami”. Proprio sulla questione del bus e dell’ordine pubblico, il sindaco di Torino Piero Fassino ha chiesto al prefetto Paola Basilone una convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza per venerdì con la partecipazione del primo cittadino di Borgaro Claudio Gambino. (Federica Bello – Avvenire)