Milano – Con Nando Orfei, direttore di circo, artista, attore di cinema, scompare il circense che con carisma e entusiasmo più di ogni altro si é imposto nel cuore degli italiani, e che con generosità ha posto la propria popolarità mediatica al servizio della comunità circense italiana presso le istituzioni e la stampa, legittimandone la cultura e seguendone i problemi. Gli spettacoli da lui realizzati e condotti in tournée dal 1960 fino al 2000 (prima con i fratelli Liana e Rinaldo, poi dal 1976 con la moglie Anita e i figli Paride, Ambra e Gioia) restano alcune delle esperienze più importanti nella storia intera dello spettacolo italiano. Ferdinando Orfei nasce il 29 luglio 1934 a Portomaggiore. Alla quarta generazione di circo, é figlio di Paride Orfei (1909-1956) e di Alba Furini (di una famiglia borghese di Milano). Nell’apprendistato circense di Nando spicca la passione per la musica, con il conseguimento del diploma al conservatorio di Pesaro. E’ negli anni ‘50 che il circo Orfei acquista un rilievo nazionale, guidato da Paride e Orlando Orfei: Nando vi spicca come uno dei più validi giocolieri della sua generazione, sull’esempio del cognato, il fuoriclasse mondiale Angelo Piccinelli. Negli anni dopo la scomparsa del padre Paride (morto in pista), Nando con la propria famiglia si stacca dallo zio Orlando dando vita nel 1960 a un proprio circo con la madre Alba e i fratelli Liana e Rinaldo. Il “Circo Internazionale fratelli Orfei” é il banco di prova di Nando come direttore al centro di una fertile dinamica familiare di gestione che negli anni ’60 consente anche le importanti combinazioni degli Orfei con il circo di Stato Ungherese o quello tedesco di Willy Hagenbeck, fino a una delle prime esperienze italiane di circo a tre piste nel 1967. Il carisma scenico della sorella Liana, divenuta una celebrità del cinema, non offusca quello di Nando, un vero mattatore della pista che si appassiona anche agli animali, in particolare con la cura di sempre più preziose scuderie di cavalli. E’ del 1969 l’esperienza innovativa del “Circorama Orfei”, in cui il circo eredita la sontuosa messa in scena a tableaux del morente teatro di rivista unendovi proiezioni filmate. E’ il preludio al “Circo delle Mille e una Notte” (1973-75), che con i costumi di Danilo Donati e le coreografie di Gino Landi resta come una delle più importanti produzioni mondiali di circo del secondo Novecento, a cui segue nel 1976 “Il Circo delle Amazzoni”. E’ nei primi anni ’70 che si consolida l’amicizia sincera degli Orfei con Federico Fellini. Il regista é attratto dalla figura carismatica di Nando, tanto affine ai suoi personaggi romagnoli, che ispira alcune sue caricature. Dopo aver interpretato se stesso ne “I Clowns” (1970), Nando Orfei é richiamato da Fellini per l’importante ruolo del “Patacca” in “Amarcord”, pellicola cha darà all’Italia un Oscar nel 1973. Pur allettato da nuove offerte nel cinema, Nando sceglie di non abbandonare il circo. Apparirà ancora sul grande schermo ne “L’Ingorgo” di Comencini (1978). I fratelli Orfei si scindono in due circhi nel 1976. Nando dà vita ad un propria impresa con la moglie Anita Gambarutti, che sposa nel 1962, circense di razza, splendida cavallerizza, talentuosa costumista e manager. Nei primi anni ’70 Nando Orfei era entrato nella grande gabbia con un gruppo di nove tigri nate in cattività e amorevolmente addestrate e presentate in mansuetudine, rivoluzionando il rapporto con gli animali. E’ con esse che nel suo nuovo circo si impone al pubblico: dal 1980 con lo slogan “il domatore della televisione”, sul manifesto ormai leggendario dell’illustratore Bruno Napoli. Resterà nella gabbia fino al 1987. In anni di difficoltà del circo italiano, il tendone bianco e rosso di Nando Orfei spicca come un’eccellenza, stimata nel mondo: tra intimità e grandiosità si sa rinnovare di anno in anno proponendo agli italiani i maggiori artisti del globo, e facendo conoscere la nuova generazione: Paride (1963), Ambra (1965), Gioia (1971). Come nessun altro circense, Nando riesce a legare le tournée del suo circo a costanti apparizioni televisive e sui rotocalchi, e i suoi figli riescono con successo ad alternare la pista con la carriera televisiva e musicale. A proprio agio con il mondo politico, che lo amava come tutti gli italiani, Nando é il primo e unico circense italiano a ricevere un presidente della Repubblica sotto il tendone (quando Sandro Pertini visita il circo nel 1985), e con la propria famiglia si esibisce in Vaticano dinanzi a quattro pontefici. Nel 1986 Nando viene decorato della medaglia d’Oro al valore civile per un eroico gesto di salvataggio. Rinnovando le proprie produzioni con Il Circo delle Meraviglie (1981), La Pista dei Sogni (1988) e Antico Circo Orfei (1995), Nando Orfei interrompe le tournées regolari dopo il 2000, senza mai mancare di far sentire la propria voce con vigore e amarezza verso l’indifferenza di alcune istituzioni nei confronti del mondo circense. L’arte e l’esperienza di Nando restano nei ricordi della moglie Anita, e nella quotidianità dei figli Ambra, vedette televisiva e manager di eventi, così come di Paride, fondatore di una felice scuola di circo a Peschiera Borromeo, e Gioia, valente artista. ( Raffaele De Ritis – circo.it)