Nel ricordo di Paolo VI a Pomezia con i rom e sinti

Città del Vaticano – La missione della Chiesa tra gli zingari esige nuove strategie pastorali che aiutino ad abbattere le barriere culturali, sociali e politiche tra le persone della società. Con questa sottolineatura del cardinale Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, si è conclusa la due giorni che ha visto riuniti in Vaticano i promotori episcopali e i direttori nazionali della pastorale degli zingari. All’incontro, organizzato dal dicastero sul tema “La Chiesa e gli zingari: annunciare il Vangelo nelle periferie”, sono intervenuti una sessantina di partecipanti, in rappresentanza di 23 Paesi di quattro continenti: Albania, Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Croazia, Francia, Germania, India, Irlanda, Italia, Olanda, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Ucraina, Ungheria e Stati Uniti d’America. L’obiettivo era quello di rileggere l’impegno pastorale in favore degli zingari per rendere ancor più credibile ed efficace l’opera evangelizzatrice della Chiesa nei loro ambienti. È stata effettuata anche una rilettura della storia di questa pastorale a partire dai documenti del concilio Vaticano II, attraverso lo storico incontro con Paolo VI a Pomezia il 26 settembre 1965, fino ai testi recenti, in particolare l’esortazione apostolica Evangelii gaudium. Tra i punti elencati nelle varie relazioni e nei rapporti delle direzioni nazionali, sono stati sottolineati i problemi più urgenti con cui gli zingari devono confrontarsi e che talvolta li vedono oggetto di discriminazione, in particolare nell’ambito della sanità, dell’alloggio, della disoccupazione e dell’istruzione. Sono stati poi messi in luce i provvedimenti che le istituzioni stanno adottando per favorire l’inclusione sociale, il superamento dell’illegalità e la promozione della pacifica convivenza. Si è avvertita inoltre la necessità di sensibilizzare le Chiese locali riguardo a questa pastorale e di formare operatori pastorali anche tra persone della loro stessa etnia, e si è evidenziato il bisogno di promuovere una pastorale familiare e una catechesi adeguata allo stile di vita anche per i giovani e gli adulti. È stata poi riconosciuta la necessità di inculturare la fede nel loro ambiente, tenendo conto della loro identità e delle loro tradizioni, e di valorizzare ciò che può apportare questa etnia alla vita della Chiesa. Da più parti è stato auspicato che siano presto beatificati i servi di Dio Emilia Fernández e Juan Ramón Gil, zingari martiri. Particolare attenzione, infine, è stata rivolta alla preparazione del cinquantesimo anniversario della visita di Paolo VI ai rom e sinti, riuniti in pellegrinaggio internazionale a Pomezia il 26 settembre 1965. Incontro che ha segnato una singolare apertura della Chiesa verso questo popolo. Con grande gioia i partecipanti hanno accolto l’incoraggiamento di Papa Francesco, che nell’udienza di giovedì 5 li ha esortati a non scoraggiarsi e a continuare a impegnarsi. (Osservatore Romano)