Roma – Pubblichiamo integralmente la lettera aperta ai candidati al Parlamento europeo inviata oggi da Fondazione Migrantes, Caritas Italiana, Fondazione Missio, Centro Astalli e Focsiv.
Gentile candidato,
le prossime elezioni del Parlamento europeo sono l’occasione per proporre alcune considerazioni che vorremmo potessero fare parte, qualora eletto, del suo impegno politico.
Guardare alle migrazioni ci aiuta a pensare l’Europa. Infatti, mai come in questi anni di crisi dell’ideale di un’Europa unita, il governo delle migrazioni ci aiuta a capire quali prospettive vogliamo dare al nostro comune futuro. Sulle migrazioni si confrontano chiaramente due diverse idee d’Europa.
La prima è attorcigliata attorno al bisogno di sicurezza: è un’Europa vecchia e chiusa, rancorosa, egoista e xenofoba. Quasi che i principali colpevoli della crisi fossero i migranti, quando invece ben altre sono le cause, riconducibili, in particolare, al modello economico e finanziario. È una visione suicida, considerando le prospettive demografiche europee, il progressivo declino sociale ed economico, e quanto accade ai nostri confini, in particolare nel Mediterraneo e in Africa.
La seconda è una visione più dinamica, aperta, coraggiosa, rivolta allo sviluppo umano integrale e al bene comune. Una visione che afferma i valori dai quali è nata l’Unione europea: la costruzione della pace e della solidarietà tra i popoli. In questa Europa i migranti costituiscono un valore aggiunto, perché partecipano all’emancipazione sociale e democratica, all’innovazione economica, a nuove relazioni di cooperazione con i paesi di origine e di transito.
La Commissione europea ha da tempo lanciato un Approccio Globale su Migrazioni e Asilo che ha bisogno di essere sostenuto da una visione politica di Europa aperta e solidale. Un Approccio che dovrebbe portare ad una progressiva armonizzazione delle politiche nazionali, arrivando ad una politica comune su migrazioni e protezione internazionale.
Le chiediamo, perciò, il suo impegno ad appoggiare una politica europea che dovrebbe essere costituita da:
Ø misure per un’accoglienza dei migranti fondata sul rispetto dei diritti umani e su una diffusa rete di servizi in sussidiarietà con le comunità locali, con azioni alternative ai centri e alla inumana detenzione amministrativa;
Ø programmi importanti di protezione sociale e umanitaria, di lotta al traffico e alla tratta degli esseri umani, di riconoscimento del diritto d’asilo e di reinsediamento, rivedendo il regolamento di Dublino, riconoscendo il diritto dei rifugiati a ricongiungersi con le proprie famiglie in qualsiasi Paese europeo esse vivano;
Ø direttive per ampliare le opportunità di mobilità e regolarizzazione per il ricongiungimento familiare e l’accesso al mercato del lavoro, andando oltre un approccio selettivo che discrimina le persone e le famiglie più povere;
Ø armonizzazione tra i Paesi membri del diritto di voto amministrativo e delle misure di riconoscimento della cittadinanza ai migranti, estendendo il principio dello ius soli;
Ø monitoraggio e promozione europea di una effettiva applicazione dei piani nazionali contro il razzismo e le discriminazioni dei migranti e delle minoranze, così come contro le nuove forme di schiavismo nel mondo del lavoro;
Ø iniziative per la valorizzazione dei migranti e delle loro famiglie, riconoscendoli come soggetti per lo sviluppo europeo e dei Paesi di origine, attraverso nuove forme di cooperazione sociale e internazionale;
Ø un piano speciale per il Mediterraneo, riconoscendolo non solo come un confine europeo da presidiare, ma come un’area condivisa, un Mare nostrum dove favorire il cammino di giovani, esperienze di dialogo, luoghi di approdo e di scambio culturale, sociale ed economico, secondo la storica intuizione dell’on. Giorgio La Pira. (Mons. Gian Carlo Perego, Direttore Generale Fondazione Migrantes; Don Francesco Soddu, Direttore Caritas Italiana; Padre Giovanni La Manna, Presidente Centro Astalli di Roma, Don Michele Autuoro, Direttore Fondazione Missio; Gianfranco Cattai, Presidente Focsiv).