Card. Vegliò: una famiglia e una casa per i migranti

Roma – Nella Chiesa gli emigrati e i sofferenti trovano sempre una casa e una famiglia. Lo ha affermato il cardinale Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, all’omelia della messa presieduta domenica 2 marzo nel santuario di San Gabriele dell’Addolorata, in occasione dell’inaugurazione del nuovo portone in bronzo intitolato “porta degli emigrati”. Realizzata da Paolo Annibali, l’opera – informa oggi l’Osservatore Romano – vuole ricordare i numerosi emigrati che dall’Abruzzo hanno diffuso il culto di san Gabriele soprattutto nelle Americhe e in Australia. Durante la messa il porporato si è soffermato in particolare sulle difficoltà e sulle sofferenze che caratterizzano la vita dei migranti. “La ‘porta degli emigrati’ che oggi si inaugura — ha detto tra l’altro — non è soltanto un aiuto a non dimenticare queste persone sofferenti, ma racchiude un messaggio più profondo. Come la porta fa parte del tempio materiale, così gli emigrati e i sofferenti fanno parte del tempio di Dio che è la Chiesa, fatta non di pietre materiali, ma di ‘pietre vive’”.