Mons. Perego: i moldavi in Italia un valore aggiunto

Trieste – Anche la Moldova sta vivendo ore cruciali. Quanto sta avvenendo nella vicinissima Crimea, desta sentimenti di vigilanza e preoccupazione nel Paese. Se ne è parlato a Trieste, ai margini di un convegno sulla “Moldova europea e cristiana. Quale impegno dopo l’accordo di Vilnius tra la Moldova e l’Unione europea”. Si guardano con apprensione le evoluzioni della dolorosa vicenda Ucraina e le possibili ripercussioni sulla vicina Moldova. Il Paese, infatti, si trova proprio al confine tra l’Europa dell’Est e quella dell’Ovest. In Italia la comunità moldova è formata di circa 150mila persone che sono arrivate negli ultimi 15 anni. “Centocinquantamila persone – dice monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes al Sir – che sono soprattutto donne al 70%, donne che lavorano nel tessile, come badanti nei servizi alle persone, e nel mondo della ristorazione. Questo mondo è molto inserito nella comunità italiana, tant’è che sono pochissimi i casi di persone che sono andate in carcere”. È interessante notare anche che, negli ultimi anni, è cresciuto il ricongiungimento familiare e le nascite sono raddoppiate nel giro di pochissimi anni. “Abbiamo 25mila bambini moldavi che frequentano le nostre scuole. Crescono anche i matrimoni misti. È una comunità che certamente è un valore aggiunto per l’Italia. Una comunità che ha un respiro europeo oltre che aiutarci a guardare con attenzione all’Oriente di cui questa comunità è parte”.