Centri di trattenimento in Albania, mons. Perego: esternalizzazione o prigione?

15 Ottobre 2024 – 15 Ottobre 2024 – Il luogo scelto dall’Italia per «accogliere» i migranti rimanda «ai luoghi dove viene meno la tutela della dignità della persona. Noi sappiamo che sui Cpr ci sono già state condanne dal 2001». Questo il commento rilasciato a Famiglia Cristiana da monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, e Presidente Cemi e Fondazione Migrantes della CEI, che a proposito della notizia dei primi trasferimenti di richiedenti asilo nei centri allestiti a Schengim e Gjader ricorda la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue.

«Sappiamo che in Italia si aspetta fino a due anni per veder esaminata la richiesta. Come potrà avvenire questo in Albania in 4 settimane?»,  si chiede mons. Perego. E sulla prigione annessa aggiunge: «il timore è che lì potrebbe andarci anche solo chi è autore di una semplice manifestazione non violenta». Tra i rischi anche quello di veder divisi i nuclei familiari: «Chi terrà conto della tutela al diritto di famiglia di queste persone, minori, donne o persone con disabilità?». Così l’esternalizzazione diventa prigione.

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