Papa Francesco: i migranti, “lavorando, contribuiscono allo sviluppo economico e sociale del Paese che li accoglie e di quello da cui provengono”

8 Maggio 2024 – Città del Vaticano –  Non bisogna dimenticare la questione che riguarda la relazione tra “lavoro dignitoso e migrazione”. Lo ha ricordato oggi papa Francesco ricevendo in Udienza i partecipanti alla Consultazione “La cura è lavoro, il lavoro è cura” del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. “Per molte ragioni – ha detto il Pontefice –  sono tante le persone che emigrano in cerca di lavoro, mentre altre sono costrette a farlo per fuggire dai loro Paesi di provenienza, spesso dilaniati dalla violenza e dalla povertà. Queste persone – ha spiegato –  anche a causa di pregiudizi e di una informazione imprecisa o ideologica, sono spesso viste come un problema e un aggravio per i costi di una Nazione, mentre essi in realtà, lavorando, contribuiscono allo sviluppo economico e sociale del Paese che li accoglie e di quello da cui provengono”. Papa Francesco è tornato quindi a parlare della “poca natalità” evidenziando che i Paesi ricchi “non fanno figli: tutti hanno un cagnolino, un gatto, tutti, ma non fanno figli. La denatalità è un problema, e la migrazione viene ad aiutare la crisi che provoca la denatalità. Questo è un problema molto grave”. Tuttavia – ha detto il Papa – “molti migranti e lavoratori vulnerabili non sono ancora pienamente integrati nella pienezza dei diritti, sono cittadini ‘di seconda’, restando esclusi dall’accesso ai servizi sanitari, alle cure, all’assistenza, ai piani di protezione finanziaria e ai servizi psicosociali”. (Raffaele Iaria)

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