1 Febbraio 2023 – Reggio Calabria – A Reggio Calabria, il Centro diocesano “Scalabrini”, particolarmente impegnato nella pastorale con i migranti, ha ricevuto la visita dell’Arcivescovo, mons. Fortunato Morrone. Con il presule gli operatori del Centro hanno fatto una verifica delle attività svolte nel corso dell’anno 2022. È emersa la registrazione di 3193 passaggi di persone di 44 nazionalità. Si è trattato soprattutto di donne (66,3%), per la maggior parte immigrate dai Paesi dell’Est Europa. In particolare dalla Georgia (32,6%), ma anche da Ucraina, Romania, Federazione Russa, Moldavia e altri Paesi. Questa realtà migratoria al femminile era già stata notata negli anni scorsi, ma nel 2022 c’è stato un notevole incremento. È un fenomeno che riguarda soprattutto giovani donne, mamme e nonne in età lavorativa, in genere sole o in compagnia di altre donne con cui hanno rapporti di parentela o di amicizia, che vengono chiamate per la cura degli anziani a domicilio, per i lavori domestici o, si sospetta, anche per qualche attività sommersa nell’illegalità. Al secondo posto tra le persone accolte dal Centro “Scalabrini” ci sono state quelle provenienti dal Marocco (22,6%), mentre al terzo posto sono stati registrati i cittadini italiani di Reggio e provincia (12,5%): questo è abbastanza normale, tenuto conto che il Centro “Scalabrini” ha sede nei locali della parrocchia territoriale, situata nel centro storico della città. Dopo Georgia, Marocco e Italia, il Paese maggiormente rappresentato è stato l’Ucraina (6,5%), sebbene le conseguenze del conflitto in atto e i gravi disagi che stanno martoriando il Paese facessero presagire un afflusso anche più ampio, numericamente parlando, per la richiesta di aiuti di vario genere. C’è da ritenere, però, che i profughi Ucraini abbiano ottenuto accoglienza e sostegno da varie fonti, soprattutto nella cerchia dei parenti e degli amici. E, in ogni caso, pare che i flussi degli sfollati Ucraini si siano diretti in misura molto limitata a Reggio Calabria e in genere nel Sud Italia.
Coloro che si sono rivolti al Centro anzitutto hanno presentato richieste di aiuto per far fronte ai bisogni primari: generi alimentari e beni di consumo (49,7%), articoli per l’infanzia (2,9%) e interventi immediati di carattere economico per pagamenti vari (ad esempio farmaci, pratiche amministrative e utenze domestiche, pari al 4%).
Poi, il Centro ha offerto assistenza a chi aveva bisogno di informazioni e supporto per tutto ciò che attiene all’ambito legale-amministrativo (37,4%). In questo settore si collocano soprattutto la consulenza nella compilazione della modulistica e nella gestione dell’intera procedura per ottenere permessi/rinnovi per il soggiorno, la cittadinanza, i ricongiungimenti familiari, qualche forma di protezione umanitaria; solleciti per ottenere l’erogazione di misure assistenziali; il patrocinio nei processi penali e l’assistenza nelle procedure relative al mercato del lavoro. Rientrano in questa categoria anche gli aiuti per ottenere appuntamenti (con la Questura, con la Prefettura, con l’Agenzia delle entrate, con l’INPS), le richieste per assegnazione del medico, per la registrazione dei contratti di lavoro e, in generale, per tutto quello che riguarda il settore dell’informatica.
Infine, per ascoltare le storie di vita dei migranti, si sono messi a disposizione qualificati operatori del Centro, che hanno raccolto le loro confidenze spesso segnate da traumi, ingiustizie e violenze subite nelle occasioni più disparate (1,3%).
Insieme alla dimensione dell’ascolto, sono state accolte le domande di chi era in cerca d’occupazione (2,6%), che poi sono state messe a confronto con le offerte di lavoro (2,1%), offrendo adeguate soluzioni per chi affrontava condizioni di vulnerabilità, di povertà o di totale indigenza.
Dopo la pausa estiva, con la riapertura degli istituti scolastici, anche il Centro “Scalabrini” ha ripreso a pieno ritmo, gratuitamente, l’accompagnamento del doposcuola e ha riavviato i corsi di lingua italiana. Quattordici docenti volontarie hanno assunto l’impegno di seguire personalmente altrettanti studenti nell’espletamento delle esercitazioni scolastiche, mentre tre insegnanti hanno impostato dei corsi di alfabetizzazione, due volte alla settimana, per una trentina di adulti. (p. Gabriele Bentoglio – Direttore diocesano Migrantes)