Vangelo Migrante: Santissima Trinità | Vangelo (Gv 16,12-15)

9 Giugno 2022 – La Pentecoste porta a termine la rivelazione di Dio Padre, Figlio e Spirito santo. Oggi il mistero della Trinità ci dice che quella ‘sequenza’ non è separata ma unita. Una questione, si sa, non di primissima comprensione, forse perché è necessaria un’operazione di astrazione per far coincidere l’uno e il tre …

È il Vangelo che, come sempre, ci apre la strada al mistero di Dio. Innanzitutto dice che esiste una verità tutta intera sulla nostra vita e va imparata a partire dalla meta: “lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”.

Quali sono queste cose future? Nella vita, tutti aneliamo alla relazione, allo stare con gli altri ed essere uniti: mi sento veramente uomo quando amo e sono amato, quando accolgo e sono accolto. È la stessa verità della Vita del Padre e del Figlio, consegnata allo Spirito perché la annunci. Il sogno di Dio per l’uomo fatto a sua immagine e somiglianza e la Vita stessa di Dio-Trinità, coincidono.

Se guardiamo bene, Adamo non è stato fatto a immagine del Dio che crea, né a immagine del Verbo che era da principio presso Dio; e non fu fatto nemmeno ad immagine dello Spirito che si librava sulle acque. Molto di più, Adamo ed Eva sono stati fatti a immagine della comunione, del legame d’amore e di condivisione del Padre, del Figlio e dello Spirito. C’è un cromosoma divino in noi ed è la nostra identità più profonda: la relazione, un legame oltre ogni solitudine. Se viene meno, la vita pesa e fa paura perché è contro la nostra vera natura. Se Dio è Dio solo in questa comunione, allora anche l’uomo sarà uomo solo in una analoga relazione d’amore.

E questa è la verità tutta intera. È intera non perché ci dice solo come stanno le cose ma perché nelle cose ci mette qualcuno. La verità, infatti, non è solo un insieme di cose misurabili o fattuali. Perché sia compresa è necessario entrare in relazione con il reaale a cui essa si riferisce. Un conto è conoscere i dati biometrici di una persona, un conto è entrare in relazione con essa (stringerla, abbracciarla). Per questo lo Spirito non insegna un contenuto ma un modo di essere. Camminare verso un concetto è diverso dal camminare verso qualcuno. Perché? Perché comporta essere qualcuno. Questo scambio di relazioni necessarie per esistere e per comprendere il reale, sono il riflesso della Trinità: non un circuito chiuso, ma un flusso aperto che riversa continuamente amore, verità, intelligenza.

Mi disse una volta un monaco: al termine di una giornata puoi anche non aver mai pensato a Dio, mai pronunciato il suo nome. Ma se hai creato legami, se hai procurato gioia a qualcuno, se hai portato il tuo mattone di comunione, tu hai fatto la più bella professione di fede nella Trinità.

Se Dio è Trinità, noi ne siamo la copia più autentica. Ci ha fatti così! (p. Gaetano Saracino)

Temi: