27 Aprile 2022 – Roma – I tecnici informatici della Protezione civile stanno ancora verificando il funzionamento dei meccanismi. Ma se non ci saranno intoppi a livello digitale, entro stasera o domani potrebbe già essere operativa la piattaforma online che consentirà ai profughi ucraini giunti in Italia e ospitati presso abitazioni private, se in possesso dei requisiti richiesti e dopo un’apposita registrazione, di poter percepire il contributo di autonoma sistemazione stabilito dal governo: 300 euro mensili per ogni adulto e 150 per minore, per un massimo di tre mesi. Lo confermano ad Avvenire fonti della stessa Protezione civile, interpellate ieri. Il contributo, viene spiegato, verrà «erogato negli uffici di Poste italiane, in contanti, a ogni profugo che si presenterà con un documento d’identità valido» (il passaporto può andar bene), sommato alla certificazione prevista (il cedolino che dimostra l’avvenuta richiesta di protezione, accordata dall’Ue e recepita dall’Italia) e alla registrazione sulla piattaforma on line. Se i test informatici daranno esito positivo, il meccanismo potrebbe partire entro la settimana e poi andare a regime ai primi di maggio.
Per poter richiedere l’erogazione del contributo, occorre anzitutto aver richiesto nella locale questura il permesso di protezione temporanea accordato dalla direttiva Ue e recepito dall’Italia. Una volta presentata la domanda, con i dati del cedolino (codice fiscale provvisorio e altre informazioni) si può entrare nella piattaforma web, registrarsi e presentare la richiesta. Il sistema, spiegano alla Protezione civile farà alcune verifiche, compresa l’eventuale presenza del richiedente in strutture pubbliche o convenzionate (in quel caso, non si avrà diritto al contributo). Se arriverà l’ok, il profugo richiedente potrà recarsi poi presso l’ufficio postale più vicino e chiedere allo sportello il contributo di 300 euro per sé e di 150 per ogni minore a suo carico, che l’impiegato erogherà in euro contanti.
Al momento, su 101.204 profughi ucraini entrati in Italia dall’inizio della guerra, fa sapere il Viminale, circa 70mila hanno chiesto protezione nel nostro Paese: 65mila domande in base alla normativa Ue, le restanti invece richieste di asilo, protezione speciale o altro. La seconda condizione è non alloggiare già in strutture pubbliche o convenzionate: al momento, solo 10mila sono i rifugiati ucraini ospitati nei centri d’accoglienza straordinaria (Cas) o del Sistema accoglienza e integrazione (Sai) del ministero dell’Interno e un’altra minima quota presso realtà del Terzo settore. Gli altri 90mila alloggiano presso familiari o conoscenti. Le donne sono finora 52.308, bambini e ragazzi 36.247, gli uomini adulti 12.649. I minori non accompagnati ammontano a 3.143, di cui 2.600 vivono con familiari e altri 500 in strutture autorizzate dal Tribunale dei minorenni. Le principali città di destinazione dichiarate sono ancora Milano, Roma, Napoli e Bologna.
Per i contributi di autonoma sistemazione, il governo e la Protezione civile hanno ipotizzato un limite di spesa di 54 milioni di euro, sufficiente per erogare (per 3 mesi massimo, entro il 31 dicembre 2022) importi di 300 e 150 euro mensili a una platea stimata sulle 60mila persone. Invece, per l’accoglienza diffusa (calcolata per un massimo di 15mila persone e che verrà attuata dai Comuni e dagli enti del Terzo settore) il tetto di spesa è stato fissato sui 142 milioni di euro.
Anche la raccolta delle manifestazioni d’interesse, da parte di enti e associazioni, è avvenuta attraverso una piattaforma della Protezione civile. Al momento, si è conclusa con 48 offerte per un totale di 26.412 posti messi a disposizione. Sarà la Commissione di valutazione, costituita dal capo Dipartimento Fabrizio Curcio, a verificare entro 9 giorni il possesso dei requisiti richiesti per le associazioni che hanno partecipato al bando. Per gli enti autorizzati, è previsto un contributo di 33 euro al giorno per ogni profugo ospitato. (Vincenzo R. Spagnolo)