21 Dicembre 2021 –
Per la celebrazione liturgica del mistero del Natale del Signore, vengono offerti quattro brani di Vangelo: per la messa vespertina nella Vigilia, che fa già parte pienamente della festa, per la Notte Santa, l’Aurora e il Giorno.
Ciascuno di essi introduce alla meditazione di un aspetto particolare del mistero che celebriamo, quasi una progressione di rivelazione da parte di Dio e di comprensione da parte dell’uomo: il Verbo che si cala nella storia dell’umanità; la rivelazione che “oggi è nato il Salvatore”; l’adorazione dei pastori al sorgere del sole, e anche la nostra, di quel bambino accolto nell’intimità di una famiglia; l’annuncio che quel bambino è la “luce vera che illumina ogni uomo”, come solennemente riportato nel prologo del Vangelo di Giovanni!
Una rivelazione che rischia di essere oscurata dalle tante nubi addensate sopra questa umanità. Ma nulla è impossibile a Dio. Anche per noi vale quel segno indicato dagli angeli ai pastori: “troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato …” Per noi, un segno per nulla distante ma, sempre più spesso, un fatto drammaticamente vero e visibile a tutti.
Dio che si fa uomo è lì. È carne viva nel bambino Gesù. Dubitare o tergiversare su quel che si vede non è solo fare un torto alla verità ma è farsi vincere dalla paura e, per paura, perdersi anche i significati di quel segno: l’amore e la gioia. Un amore che accoglie, una gioia che condivide. Cose volute, create, pensate, progettate da Dio stesso, che danno significato ad ogni cosa e rendono perfettamente funzionante ed efficace tutto il movimento della vita in ogni dimensione dell’esistente.
Per noi sono incarnate in Gesù. Non c’è posto per paure e astrazioni. Questo spiega l’invocazione incessante della Chiesa: Ma-ra-na-thà! Vieni Signore! (p. Gaetano Saracino)