12 Novembre 2021 –
Roma – Una giovane rifugiata nigeriana e una coppia di coniugi afgani accompagnati da P. Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli e da una delegazione del Centro hanno incontrato ieri il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, in occasione del 40° anniversario di attività che ricorre il prossimo 14 novembre, nel giorno della nascita del fondatore p. Pedro Arrupe.
I tre rifugiati, che sono sostenuti dal Centro Astalli nel loro percorso di integrazione in Italia, hanno avuto modo di raccontare al Capo dello Stato la loro storia personale, i motivi della fuga dai loro Paesi di origine e il percorso di inclusione in Italia.
Joy, in particolare, ha raccontato al Presidente la condizione di violenza e persecuzione cui sono sottoposte in Nigeria le persone albine come lei. Ma soprattutto ha voluto condividere la gioia della laurea arrivata il mese scorso e l’amicizia che la lega al Centro Astalli, che l’ha accompagnata ogni giorno del suo percorso a Trento, dove ha vissuto dal suo arrivo dalla Libia a Lampedusa. Jawad e Nazifa hanno riferito al Presidente la grande preoccupazione per le loro famiglie di origine, bloccate a Kabul. Fratelli, sorelle e nipoti cui non riescono a far arrivare viveri e beni di prima necessità, ormai irreperibili in Afghanistan. I familiari non escono di casa dal giorno dell’attentato all’aeroporto di Kabul, perché sono di etnia hazara e hanno lavorato per anni con la cooperazione allo sviluppo italiana.
“I rifugiati che hanno lasciato il loro Paese per mettersi in salvo da guerre e persecuzioni – ha detto p. Ripamonti – e che hanno fatto il loro percorso di accoglienza e integrazione in Italia sono stati ricevuti dal Capo dello Stato al Quirinale. Un momento bello e ricco di significati. Noi ne vogliamo sottolineare in particolare uno: il Presidente, accogliendoci, ha mostrato il volto di un’Italia solidale e aperta. I rifugiati sono parte delle nostre comunità, contribuiscono alla nostra crescita umana e culturale e rappresentano il volto del futuro”.
Durante l’incontro il religioso gesuita ha voluto condividere con il Presidente la preoccupazione per i migranti alle frontiere d’Europa: “Al confine polacco si sta consumando l’ennesima tragedia in cui le vittime sono uomini e donne vulnerabili e in cerca di salvezza. Molti di loro sono afgani e scappano dal regime talebano”.