Migrantes: aperto il convegno delle MCI in Europa

10 Novembre 2021 – Roma – Si è aperto ieri pomeriggio il Convegno delle Missioni Cattoliche Italiane in Europa che si svolgerà fino al 12 novembre presso il TH Carpegna Palace (Via Aurelia 481). L’incontro, organizzato dalla Fondazione Migrantes ha per tema “Gli italiani in Europa e la missione cristiana. Radici che non si spezzano ma che si allungano ad abbracciare ciò che incontrano”. Ad aprire i lavori mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, e don Giovanni De Robertis, direttore della Fondazione.

“E’ una grande gioia, specialmente dopo le restrizioni della pandemia ritrovarci insieme in Italia – ha detto il direttore De Robertis -, in quella che resta la nostra casa paterna, dove tutti noi abbiamo le nostre radici”. E riferendosi al sottotitolo dato al convegno ha continuato: “anche se poi queste radici si sono allungate per abbracciare altre realtà, e se ne sono aggiunte anche delle altre. Perché le identità, quando sono realtà vive, non restano ingessate, né crescono per sostituzione, ma per addizione”. Rivolgendosi ai circa 200 partecipanti arrivati da vari paesi d’Europa, ha sottolineato che il convegno si propone due obbiettivi. Il primo è quello di “richiamare l’attenzione del Paese e della Chiesa che è in Italia su di voi, su quegli italiani cioè che, per diversi motivi, e particolarmente in questi ultimi anni, scelgono di lasciare l’Italia”. Ha poi sottolineato che “ha a che fare con il momento storico ed ecclesiale che stiamo vivendo, un’epoca di cambiamenti”.  Ringraziando il Signore e la Chiesa per quello che le MCI rappresentano, don De Robertis ha ricordato che queste strutture “sono state la casa per tanti italiani che erano lontani da casa, frutto della santità, dell’amore e del sacrificio di tanti laici, preti e Vescovi”. A seguire mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, che si è rivolto ai presenti portando i saluti di tutta la CEI. “Un convegno, questo – ha detto il Presidente della Fondazione Migrantes – che è sulla missione che rivolge l’attenzione maggiore, sulla nuova evangelizzazione che incrocia anche il cammino sinodale”. Di conseguenza il primo aspetto certamente importante è “coniugare questo convegno alla gioia e alla profezia del Vangelo. La seconda riflessione per mons Perego riguarda il tema della nuova evangelizzazione, e ricorda che era stato il tema del sinodo dell’Europa del 1999, ed è importante per leggere la storia migratoria, la storia del cammino della Chiesa, e della sua evangelizzazione. Il presule ha invitato a riflettere su un ultimo aspetto “che questa nostra riflessione”, ha detto pensando al convegno, “abbia dei frutti proprio come vuole il cammino sinodale”. Ringraziando tutti per la partecipazione la parola è passata al don Saverio Xeres, della diocesi di Como, professore ordinario di Storia della Chiesa presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, di Milano e autore di numerosi volumi sull’argomento. Il titolo dell’intervento di don Xeres “Migrazione e missione alle origini della cristianità occidentale. Tra le due isole e un continente (Gran Bretagna, Irlanda, Europa).

Una riflessione molto importante è arrivata anche con l’omelia del cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale italiana, che ha presieduto la celebrazione eucaristica al termine della giornata di lavoro. “Purtroppo – ha sottolineato – dobbiamo constatare che l’unica Italia a crescere non è sul nostro territorio nazionale ma è l’Italia che risiede all’estero. Perché l’incremento delle nascite è a zero”. Ha rimarcato che abbiamo avuto circa 110 mila partenze quest’anno nonostante la pandemia, quindi “quella che continua a crescere è l’Italia quella fuori dell’Italia. E’ tragico ammetterlo ma purtroppo in Italia non ci sono tante possibilità”.

Al termine della prima giornata c’è stata la proiezione del Docufilm: “Non far rumore. La storia nascosta dei bambini clandestini”, con la presenza di Mario Maiellaro (regista), Alessandra Rossi (autrice RAI 3) e Toni Ricciardi (storico, Università di Ginevra).

 

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