16 Settembre 2021 –
Roma – Incontro, dialogo e condivisione tra culture e fedi diverse. Con queste finalità nasce la prima Festa dei Popoli della parrocchia di Sant’Eligio, nelle periferie est di Roma, che si terrà nel week-end del 18 e 19 settembre. «Un’occasione ideale per fare un’esperienza di interculturalità, per vivere a stretto contatto con popoli diversi, dove la musica, il dibattito e la convivialità faranno da collante», racconta Errico Valeriano, rappresentante della Caritas parrocchiale e tra gli organizzatori. L’idea nasce dall’enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco e «dalle sue parole – spiega Valeriano – che ci invitano a creare una comunità che si sostenga e dove ci si aiuti a vicenda a guardare avanti, soprattutto in questo periodo». Nel quartiere di Villaggio Prenestino, dove sorge la parrocchia, «ci sono molte famiglie di immigrati, soprattutto africani, che vivono qui anche da 25 anni – racconta – e ci siamo resi conto della necessità di fare un salto di qualità nell’accoglienza». Già da due anni ogni domenica viene garantita una Messa in inglese «e abbiamo notato essere molto apprezzata, creando unione e condivisione, dunque l’idea di fare ancora di più». Protagonisti saranno i residenti del quartiere e le persone provenienti dai due centri per migranti presenti in zona. «In tutto – spiegano gli organizzatori – si tratta potenzialmente di 400 persone alle quali si aggiungeranno dai quartieri vicini dove si è sparsa la voce dell’evento. In più – sottolinea Valeriano – molte persone che hanno vissuto qui sono rimaste legate, anche per l’aiuto che siamo riusciti a dare loro nel cercare un lavoro o una sistemazione». Non solo dialogo e confronto, ma anche divertimento e nuove conoscenze. «Il progetto – spiega non è solo quello di continuare negli anni, ma anche di proseguire con campagne di sensibilizzazione e magari arrivare nelle scuole». Durante il weekend, inoltre, l’atmosfera di scambio reciproco e fratellanza «permetterà a tutti di compiere un viaggio ideale tra i tanti Paesi della Terra» e di riscoprire «la solidarietà, la fratellanza e l’umanità che rende possibile trasformare le differenze in ricchezze e vivere come un’unica grande famiglia». Nella due giorni sono infatti molti gli eventi in programma. Si parte sabato 19 con un momento di dialogo tra Chiese e religioni diverse, al quale parteciperanno monsignor Marco Gnavi, incaricato dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso; l’Imam Abdellah Redouane, segretario generale del Centro Islamico di Roma; padre Gheorghe Militaru, rappresentante degli Evangelici rumeni; padre Giuseppe Wang e padre Joseph Akkashima, rispettivamente cappellani cattolici della comunità cinese e di quella nigeriana a Roma. Si parlerà inoltre del tema dei migranti con monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma. Domenica, invece, spazio alla scoperta tra culture, con gli stand degli oggetti tipici artigianali dei paesi di provenienza e celebrazione eucaristica presieduta dal vicegerente monsignor Gianpiero Palmieri. Messa che sarà animata dalle comunità cattoliche di diversa etnia, ognuna con i propri canti. Nel pomeriggio, sempre nel rispetto delle norme anti-Covid, sarà la volta dei piatti tipici, nonché di danze e costumi folkloristici grazie alla presenza di giovani e adulti dei centri migranti. (Salvatore Tropea – Romasette)