26 Settembre 2020 – Città del Vaticano – “Il progresso tecnologico è utile e necessario, purché serva a far sì che il lavoro delle persone sia più dignitoso, più sicuro, meno gravoso e spossante”. Lo dice il Papa, che nel videomessaggio inviato all’Onu torna a chiedere “un quadro di riferimento etico più forte” per superare la “cultura dello scarto”, alla base della quale c’è “una promozione ideologica con visioni riduzioniste della persona”. I diritti fondamentali, infatti, “continuano a essere violati impunemente”, denuncia Francesco, che parla di “umanità violata” e cita per “persecuzioni” a cui sono sottoposti i credenti, “compreso il genocidio dovuto alle loro credenze”, come accade ai cristiani. Poi il riferimento a rifugiati, migranti, sfollati interni: “In migliaia vengono intercettati in mare e rispediti con la forza in campi di detenzione dove sopportano torture e abusi. Molti sono vittime della tratta, della schiavitù sessuale o del lavoro forzato, sfruttati in compiti umilianti, senza un salario equo. Tutto ciò è intollerabile, ma oggi è una realtà che molti ignorano intenzionalmente!”. Ciononostante, sostiene il Papa, “la crisi attuale è un’opportunità: è un’opportunità per l’Onu, è un’opportunità per generare una società più fraterna e compassionevole”, superando il “rapido aumento delle disuguaglianze tra i super ricchi e i permanentemente poveri”. Condonare il debito dei Paesi poveri e chiudere i paradisi fiscali, le altre richieste di Francesco in ambito economico e finanziario. Tra le questioni più urgenti da affrontare, i cambiamenti climatici.