Scalabriniane: “L’Europa non sia cieca, i profughi sono detenuti per il reato di speranza”

10 Settembre 2020 – Roma – “L’incendio al campo profughi di Moria, a Lesbo, conferma ancora una volta come gli Stati di tutta Europa non possono essere ciechi davanti a una crisi dettata dal voler voltare le spalle a chi chiede aiuto. Non possiamo essere sordi nei riguardi di persone che stanno vivendo ben oltre il limite della sopravvivenza. Quella dei migranti di Moria è una ‘non vita’ perché sono in condizioni inumane, come se fossero ‘detenuti’ per il reato di speranza”. Lo dice, in una nota, suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane: “Ci uniamo per l’ennesima volta ai tanti appelli di Papa  Francesco – aggiunge –  per voler trovare una soluzione cristiana, in grado di  dare ai tanti profughi, volti di Cristo, la possibilità di vivere davvero
in un mondo giusto, equo, che possa permettere loro di sentirsi sicuri”.

R. I.

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