Bruxelles – Sul fatto che gli spostamenti di popolazione da una nazione all’altra sono uno dei principali effetti della globalizzazione, capaci di generare a loro volta numerose e complesse problematiche, non vi sono ormai dubbi. Più difficile è comprendere come rispondere alle migrazioni di massa che si registrano ogni anno nel mondo e che tendono a riversarsi anche verso le coste europee del Mediterraneo e lungo i confini orientali dell’Unione Europea. L’UE si è da tempo posta tali interrogativi, pur avendo in questo ambito limitati poteri reali, dato che le politiche di immigrazione tendono tuttora a giocarsi su scala nazionale.
Così il 18 novembre la Commissione UE ha presentato un nuovo “approccio globale Ue in materia di migrazione e mobilità”, che dovrebbe prendere il posto di quello precedente, definito nel 2005 in ben altra situazione demografica, economica e politica internazionale. “Solo rafforzando il dialogo e la cooperazione con i Paesi partner l’Unione europea sarà meglio attrezzata per gestire il fenomeno migratorio sul suo territorio e in ambito internazionale”.
Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari Interni, ha dunque reso noti i punti cardine di tale strategia che raccoglie insegnamenti maturati negli ultimi tempi, soprattutto alla luce degli avvenimenti di quest’anno in nord Africa e le migrazioni registratesi specialmente verso Italia e Malta. L’intento è di predisporre una serie di misure comuni sui vari fronti: controllo e sicurezza, asilo, integrazione, istruzione e lavoro, cooperazione allo sviluppo. L’Unione, sostiene in pratica la Commissione, “deve rafforzare le sue relazioni con i Paesi terzi per avvalersi maggiormente dei reciproci vantaggi che la migrazione può apportare”. La “primavera araba”, e i movimenti politici ed economici nell’est europeo, “hanno ulteriormente evidenziato la necessità che tale politica sia completa e coerente”.
L’Esecutivo propone di “rafforzare il dialogo e la cooperazione operativa nel settore della migrazione e della mobilità con i Paesi terzi partner”, approfondendo fra l’altro “le proposte contenute nella comunicazione dell’8 marzo scorso relativa a un partenariato e a una prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale”. Tale “approccio globale” – che completa una serie di linee avanzate nel maggio 2011 dallo stesso Esecutivo – vorrebbe porre al centro “la mobilità dei cittadini dei Paesi terzi”, che riguarda una pluralità di categorie di persone, come “visitatori di breve durata, turisti, studenti, ricercatori, uomini d’affari o familiari in visita”, ed è legata alla politica in materia di visti. Le azioni in questo settore saranno – almeno questa è l’intenzione, che deve ora trovare sostegno da parte degli Stati membri dell’UE – “più integrate con la politica estera” comunitaria e con la cooperazione allo sviluppo, coinvolgendo il costituendo Servizio europeo per l’azione esterna. La strategia avanzata dal Collegio Barroso sarà inoltre “maggiormente in linea con gli obiettivi di politica interna comunitaria”, in particolare con la strategia Europa 2020, così pure “con le politiche in materia di occupazione e di istruzione”.
Il nuovo approccio globale “completerà i tre pilastri tradizionali dell’originario approccio globale – migrazione regolare, migrazione irregolare, migrazione e sviluppo – con un quarto pilastro relativo alla protezione internazionale e alla dimensione esterna della politica in materia d’asilo”; svilupperà le azioni UE sui migranti, “allo scopo di renderli più autonomi e di rafforzare i diritti umani di cui godono nei Paesi di origine, di transito e di destinazione”. Si continuerà nel frattempo a dare la priorità alla politica di vicinato dell’Unione, al partenariato con l’Africa e ai Paesi dell’est; sarà non da ultimo intensificata l’azione sul fronte della cooperazione allo sviluppo con i Paesi di origine delle migrazioni.
Contestualmente alla nuova strategia, la Commissione ha inaugurato il “Portale europeo dell’immigrazione” (http://ec.europa.eu/immigration/), uno spazio web volto ad “offrire informazioni pratiche ai cittadini stranieri interessati a recarsi nell’Unione europea”. Il sito si rivolge anche ai migranti già presenti nell’Unione che hanno intenzione di spostarsi da uno Stato membro a un altro, e “fornisce informazioni specifiche per ogni categoria di migranti circa le procedure di migrazione in tutti e 27 gli Stati membri”. A questo riguardo la Commissaria Malmström ha dichiarato: “Molte persone che desiderano recarsi nell’Unione Europea non conoscono le possibilità esistenti, non sanno come chiedere un permesso di soggiorno e sono inconsapevoli dei rischi legati alla migrazione irregolare”. D’altra parte, gli immigrati già presenti nel 27 Stati dell’Unione “non sono sempre consapevoli dei loro diritti. Dobbiamo fornire informazioni concrete e facilmente accessibili su queste procedure talvolta complesse”. (SIR Europa)