23 Aprile 2020 – Lampedusa – “Forse non abbiamo ancora capito la lezione che dovremmo apprendere dal Coronavirus: se continuiamo a pensare solo a noi, a vedere le cose solo secondo la nostra prospettiva e a prendere provvedimenti esclusivamente per la nostra sicurezza – ad esempio chiudere i porti ai migranti – non ne usciremo mai. La soluzione non è proteggere solo noi ma occuparci di tutti”: sono le parole di don Carmelo la Magra, parroco di Lampedusa, che descrive oggi al Sir la situazione nell’isola, anche rispetto ai recenti sbarchi in autonomia. L’ultimo di pochi giorni fa, con 32 migranti avvistati dalla guardia costiera in acque italiane e fatti sbarcare al Molo Favaloro. Siccome a Lampedusa non ci sono strutture per la quarantena e l’hotspot è già al completo con 116 persone, le persone “hanno dovuto trascorrere mezza giornata e poi una notte all’addiaccio e al freddo sul molo in attesa della nave ma non è certo la scelta migliore”, afferma il parroco. Le autorità locali hanno annunciato che una seconda nave-quarantena sarà ancorata tra Lampedusa e Porto Empedocle, probabilmente dalla prossima settimana. L’unico caso di migrante trovato positivo al primo tampone a Pozzallo è risultato negativo. E tutti i 150 migranti a bordo del traghetto Rubattino, in rada davanti a Palermo per la quarantena dopo aver accolto le persone salvate dalle navi Ong Alan Kurdi e Aita Mari, sono risultati negativi.
Intanto nella comunità di Lampedusa l’unico caso di contagio – una donna che tornava da un’altra zona d’Italia – è stato guarito con successo e si è riusciti a bloccare la diffusione nell’isola. “Siamo in isolamento nell’isolamento – racconta don Carmelo -. I lampedusani amano vivere in una dimensione di socialità che ora è impedita ma finora siamo stati bravi a rispettare le regole”. La grande preoccupazione, spiega, “è l’aumento delle persone in difficoltà a causa del blocco del turismo, che da noi in genere partiva a Pasqua. Sempre più lampedusani vengono a chiederci aiuto in parrocchia, molti li vediamo per la prima volta”. Se le attività turistiche non riprenderanno, avverte, “rischiamo di avere grossi problemi nei prossimi mesi, perché qui si vive in inverno di ciò che si guadagna in estate”.