Oggi la Giornata Mondiale della Pesca

Città del Vaticano – Si celebra oggi la Giornata Mondiale della Pesca (World Fisheries Day), istituita dalle Nazioni Unite e celebrata ogni anno dalle comunità di pescatori di tutto il mondo. Essa vuole sensibilizzare sulla necessità di garantire i mezzi di sussistenza dei pescatori e la sopravvivenza degli stock ittici, mettendo fine al loro eccessivo sfruttamento.

 
Di seguito il Messaggio del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti a firma del presidente mons. Antonio Maria Vegliò e del segretario mons. Joseph Kalathiparambil.
 
Il 21 novembre di ogni anno le comunità della pesca celebrano in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Pesca, per mostrare la situazione di precarietà in cui vivono molti di loro e l’importanza di conservare le risorse ittiche mondiali.
La pesca è una fonte di reddito e sostentamento per milioni di persone, ma è estremamente difficile disporre di dati precisi sul numero di quanti sono impegnati in questo settore. Secondo le stime dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), circa 15 milioni di pescatori lavorano a bordo di navi, con o senza copertura, che si dedicano alla pesca di cattura. Se includiamo anche i pescatori part-time, e quanti operano nella pesca d’acqua dolce e nell’acquacoltura, il numero ascende a 36 milioni.
La grande maggioranza dei pescatori impegnati nella piccola pesca e in quella artigianale si trova nelle zone costiere dei Paesi in via di sviluppo. Essi vivono in condizioni di grande povertà, utilizzano metodi antiquati di pesca e lavorano in condizioni di estrema insicurezza.
I pescatori che lavorano a bordo delle navi oceaniche sono costretti a vivere a bordo delle loro imbarcazioni per periodi di tempo prolungati, con molte ore di lavoro ogni giorno sotto ogni sorta di condizione atmosferica, a volte senza alcuna protezione, e il tutto per uno stipendio molto basso.
I pescatori dei Paesi in via di sviluppo devono affrontare il problema della mancanza di persone interessate al loro lavoro, l’aumento del prezzo del petrolio e le politiche che limitano il periodo di cattura e fissano quote nazionali restrittive.
Tutte queste persone devono lottare ogni giorno contro le forze della natura che distruggono le loro imbarcazioni e le loro reti, a volte in condizioni particolarmente drammatiche, come nel caso dello tsunami in Asia nel 2004 e, più recentemente, in Giappone. Essi devono affrontare i cambiamenti climatici e i disastri ecologici e ambientali che, assieme alla pesca intensiva, distruggono le loro fonti di sostentamento e, infine, il sistema economico che sfrutta il loro duro lavoro. Tutti questi fattori fanno della pesca uno dei mestieri più pericolosi al mondo.
L’Apostolato del Mare, con la sua rete di centri sparsi in tutto il mondo, rappresenta da lungo tempo un “porto sicuro” per molti pescatori. I cappellani e i volontari offrono diversi tipi di servizi e assistenza per rispondere ai loro bisogni spirituali e materiali.
In questa Giornata Mondiale della Pesca vogliamo unire la nostra voce a quella dei pescatori, per invitare le organizzazioni internazionali e i Governi a sviluppare norme che garantiscano un lavoro dignitoso e produttivo per i pescatori in materia di occupazione, reddito e sicurezza alimentare, e a ratificare la Convenzione sul lavoro nella pesca, 2007 (n. 188) al fine di garantire condizioni di lavoro sicure e protezione sociale.
Maria, Stella Maris, sia sempre fonte di forza e protezione per tutti i pescatori e le loro famiglie.
 
+Antonio Maria Vegliò
Presidente
+Joseph Kalathiparambil
Segretario