Migrantes: 3000 mascherine per i più fragili grazie alla sartoria sociale “La Teranga”

2 Aprile 2020

Roma  – “La comunità andriese ci ha sempre sostenuti, ci ha sempre aiutati, ed è il momento che noi migranti, operatori e volontari della Casa Accoglienza “S. Maria Goretti” e dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Andria, facciamo qualcosa per il bene di tutti”. Questo mi hanno condiviso, in primis, i giovani migranti e gli altri ospiti, quelli che la società, a volte, li considera esuberi.

Un messaggio forte di solidarietà che parte, in questi giorni concitati e preoccupanti per l’epidemia del coronavirus, dalla sartoria sociale “La Téranga”: progetto sostenuto dall’8xmille della Chiesa Cattolica per il tramite della Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana.

Sono state momentaneamente messe da parte tovaglie, teli, asciugamani, runner… e si è deciso che da qui in avanti, finché si potrà, si cuciranno solo mascherine, di cotone, lavabili ogni giorno con sanificanti e igienizzanti.

Le mascherine cucite dalla sartoria sociale “La Teranga” oltre ad essere state distribuite agli ospiti che usufruiscono dei vari servizi che la Casa Accoglienza, (servizi assicurati ora più che mai, dato il momento storico di forte preoccupazione e apprensione), vengono ripartite anche ai cittadini andriesi che fanno fatica a trovare sul territorio le mascherine e a cui «noi stiamo rispondendo prontamente per senso di responsabilità e dovere».

Inoltre le mascherine della sartoria sociale “La Teranga” sono state donate ai medici e volontari di una Associazione della Città di Andria che quotidianamente si recano nelle case dei malati, in particolare dei pazienti oncologici.

La sartoria sociale “La Teranga”, gestita dalla Comunità “Migrantesliberi e che fa riferimento alla Casa di Accoglienza e Ufficio Migrantes, ha poi pensato bene di cucire mascherine che su richiesta del Direttore Generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis,  saranno destinate ai senza fissa dimora sparsi sul territorio nazionale.

Altre mascherine sono state inviate alla Fondazione Migrantes che ha provveduto a distribuirle in zone ad alto rischio contagio, dove vivono persone tra cui bambini senza fissa dimora, in alloggi di fortuna.

La solidarietà in questi giorni di emergenza ed urgenza dettata dal covid-19 non si ferma e talvolta si raddoppia. Con questo gesto che arriva da coloro che, in primis, hanno sperimentato la bellezza del dono, possiamo rendere un servizio, seppur minimo, ad altri che stanno combattendo altre battaglie per la vita.

In tutta questa tristezza e apprensione c’è un motivo di bellezza e gioia: i volontari non hanno abbandonato continuano l’opera meravigliosa del servizio. La casa di accoglienza è diventata luogo di liturgia, chiesa viva che, nonostante il fermo delle celebrazioni con la presenza del popolo di Dio, continua a celebrare.

Nei luoghi della carità si celebra la grande liturgia: le mani alzate per offrire il pane quotidiano, frutto della terra e del lavoro dell’uomo, il pane spezzato sulla tavola della mensa e condiviso, il corpo di Cristo dato per il nostro nutrimento, l’acqua che bagna corpo e piedi, l’unzione che rinfranca e ridona vita, la voce dei volontari, sacramento dell’accoglienza e dell’amore di Cristo che si china per lavarci i piedi.

La liturgia, l’Eucarestia i sacramenti non possono essere rinchiusi in luogo perché la liturgia è mistero di passione morte resurrezione è vita e oggi, in questo tempo di preoccupazione e tristezza, è celebrata e vissuta nei tanti ospedali sparsi sul nostro territorio come anche in tutti quei luoghi di carità e solidarietà.

Il Corpo di Cristo, custodito nei tabernacoli delle nostre cattedrali e delle nostre chiese, oggi più che mai è presente in tanti uomini e donne: tabernacoli viventi, presenza viva di un Dio amante della vita che è in mezzo a noi e con noi e continua a fasciare le nostre ferite con olio di consolazione e vino di speranza.

Geremia Acri – Direttore Migrantes Andria

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