Cagliari – La barca si è fermata in mezzo al mare perché il carburante era terminato. Nessuna tanica di riserva. Una odissea durata 4 giorni: da domenica sera a mercoledì quando l’imponente dispositivo di soccorso, è riuscito a rintracciarli tra le onde a 65 miglia dalle coste di Carloforte, nel sud ovest della Sardegna. Erano partiti 9 giorni prima dal porto di Hannabah, nel nord dell’Algeria.
Uno di loro, un ragazzo giovanissimo (tra i 17 e i 18 anni) non ce l’ha fatta: quando i soccorritori sono saliti a bordo era già morto. Non si conoscono ancora le cause, gli accertamenti sono in corso: fatali probabilmente freddo, fame e le condizioni di viaggio. Gli altri ventotto migranti, tutti uomini tra i 20 e i 30 anni, sono stati subito rifocillati, ma quattro, semi assiderati, stavano malissimo: dal porto di Sant’Antioco, dove ad attenderli c’erano sette ambulanze del 118, i più gravi sono stati trasferiti in ospedale, otto a Carbonia e cinque a Iglesias. Le condizioni degli immigrati, questo è il risultato delle prime visite, non destano preoccupazione ma se i soccorsi avessero tardato ancora qualche ora il bilancio sarebbe potuto essere molto più grave. Ventinove persone stipate in una barca a motore di appena sei metri: alcuni di loro hanno riportato contusioni e fratture a furia di stare pigiati l’uno accanto all’altro per tutto quel tempo. Una ricostruzione drammatica, quella degli uomini della Guardia costiera.
Le telefonate di domenica sera, confuse, un pò in italiano, un pò in francese, non erano servite a localizzare il barchino nonostante l’immediata partenza delle ricerche. La cella telefonica agganciata era quella di Giba, ma nonostante l’aiuto degli elicotteri per giorni non si è trovata nessuna traccia della barca fantasma. Poi la svolta, quando un aereo Atr 42 ha intercettato un debole segnale da parte del radar a sessanta miglia da Carloforte. Una nave mercantile battente bandiera maltese è stata dirottata sul posto, mentre altre motovedette sono arrivate da Sant’Antioco portando la salvezza. (T. Siddi – Avvenire)