26 Marzo 2020 – Agrigento – Anche ad Agrigento le disposizioni governative chiudono tutti a casa. Sebbene i casi siano relativamente pochi, “il timore è per la carenza delle strutture sanitarie che collasserebbero presto in caso di contagio diffuso”. “La prima preoccupazione – dice la direttrice dell’Ufficio Migrantes della diocesi, Mariella Guidotti – è stata per i tanti venditori ambulanti (regolari e non) che popolano le vie del centro, molti di loro sono bengalesi, altri senegalesi. Alcune famiglie che abbiamo contattato sono in difficoltà economiche, non sempre riescono a fare la spesa, si rivolgono alla Caritas e ai centri di ascolto parrocchiali”. Un altro problema riguarda la scuola dei figli, che non riescono a seguire le lezioni online perché “mancano del computer e spesso i genitori non hanno le competenze linguistiche necessarie per comprendere le istruzioni, per rivolgersi agli insegnanti chiedendo alternative o informazioni. I bambini stranieri sono così penalizzati due volte”, aggiunge.
Dalle comunità di accoglienza arrivano notizie “confortanti e in certo qual modo sorprendenti. Gli ospiti sono stati informati e si attengono alle disposizioni. Non solo: pare non si registrino particolari tensioni nelle comunità, nonostante tante persone assai eterogenee tra loro (in una di queste strutture gli ospiti sono un centinaio, comprese donne e bambini), con un vissuto drammatico alle spalle, debbano convivere in uno spazio assai ristretto. Per me è un mezzo miracolo!”, riferisce Guidotti segnalando anche l’iniziative di una associazione di giovani italiani e immigrati che ha postando dei brevi video in FB con tutte le informazioni su Covid-19 nelle diverse lingue: francese, inglese, arabo, fulà, mandinka, tigrino.