11 Febbraio 2020 – Palermo – «Io mi trovo bene qui a Palermo e ci rimarrò per sempre. È una città bella, antirazzista, accogliente. È la mia città preferita». Boubakar Kande parla con calma, racconta l’aggressione violenta e assurda di cui è stato vittima nella notte tra sabato e domenica, in un luogo centralissimo del capoluogo siciliano, in via Cavour, tra il teatro Massimo e la Banca d’Italia, ma offre anche una lezione a chi è portato a fare sempre di tutta l’erba un fascio. Quella di questo giovane ventenne originario del Senegal è una storia di stupida violenza e di solidarietà, i due volti di una città complessa e multiculturale. Una storia venuta fuori attraverso i social, dopo un lungo post di un uomo, Ignazio Penna, che decide di raccontare un’aggressione a cui hanno assistito due amici del figlio, i quali sono intervenuti in difesa del giovane africano, a differenza delle decine di persone che si sono fermate a guardare impassibili il pestaggio in piena notte. La testimonianza di un cittadino indignato, che è stata commentata sempre su Facebook proprio dal diretto interessato, che ha avuto il coraggio di venire allo scoperto, di ringraziare i suoi soccorritori e la città e di denunciare tutto alla polizia. Adesso sono in corso le indagini per individuare gli autori dell’aggressione, un contributo potrebbero darlo le immagini delle numerose telecamere di videosorveglianza nella zona, ma è anche il momento della pioggia di reazioni di solidarietà da parte di ogni parte politica, della società civile, dei sindacati, della gente comune.
Boubakar, poco dopo mezzanotte, sarebbe stato colpito da tre adolescenti in pieno centro, mentre tornava a casa dopo il lavoro con la sua bicicletta. «Negro di m…» lo avrebbero appellato, mentre la vittima rispondeva: «Non ti permetto di parlarmi così». Inutile il tentativo di rimettersi in sella e cambiare strada. Il gruppetto di aggressori lo avrebbe atteso poco distante e lì, in via Cavour, sarebbe cominciato il pestaggio, il ragazzo senegalese sarebbe stato colpito con calci e pugni, con i caschi dello scooter, avrebbe provato a difendersi con la catena della sua bici, ma sarebbe rimasto a terra, mentre tantissime persone sarebbero rimaste ferme a guardare, senza alzare un dito. Finché non sono arrivati due ragazzi che lo hanno soccorso. «I due amici di mio figlio si sono messi al fianco del ragazzo aggredito, mentre uno dei due chiamava la polizia» ha raccontato il cittadino su Facebook, versione poi confermata dal giovane africano.
«Appena visto che la vittima non era più sola, i ragazzi aggressori sono fuggiti, lasciando la povera vittima pieno di lividi e con la faccia sanguinante». Boubakar ha rimediato qualche ferita al volto, è stato trasportato all’ospedale Civico di Palermo e dimesso con una prognosi di 10 giorni, ma ieri ha voluto uscire allo scoperto e ringraziare: «Sono io il ragazzo aggredito. E urlo con voce alta che Palermo è una bellissima città accogliente antirazzista, a Palermo ci sono tante belle persone, io mi trovo veramente benissimo. Sono pochi quegli str… . Gli consiglio di girare un po’ il mondo e vedere come funzionano le cose…a Palermo i razzisti ci sono, ma sono pochissimi». E il sindaco Leoluca Orlando commenta: «Vi sono palermitani di ogni colore che ogni giorno danno motivo di essere orgogliosi della nostra città. Fra questi certamente il ragazzo aggredito per motivi razziali e che nonostante questo conferma il suo amore per Palermo. Fra questi certamente quei giovani palermitani che sono intervenuti a sua difesa, evitando forse ben più gravi conseguenze». (Alessandra Turrisi – Avvenire)