Massa Carrara: a scuola di pastorale dei migranti

Massa Carrara – La scorsa settimana si è tenuta a Massa una “due giorni” di formazione e aggiornamento per sacerdoti, per familiarizzare con la “pastorale dei migranti”. Animatore degli incontri è stato don Giancarlo Quadri, Direttore Migrantes della diocesi di Milano.

 
Il corso era suddiviso in due parti. Nella prima giornata si è affrontato il tema generale. “Premessa fondamentale ad ogni discorso sulla pastorale dei migranti – ha detto don Quadri – è l’assumere come obiettivo l’inserimento graduale, nel rispetto delle diverse culture, dei migranti cattolici all’interno della pastorale ordinaria. Se non si passa da questo snodo, l’accoglienza diventa solo una parentesi temporanea”. Tutto ciò è possibile perché la fede cattolica mette al centro della propria riflessione umana e teologica la persona umana e di conseguenza la promozione della sua dignità, nelle varie epoche storiche. Davanti a Dio abbiamo tutti la stessa dignità. “Oggi assistiamo – ha proseguito don Giancarlo – a cambiamenti epocali, che rappresentano altrettanti sfide per la nostra cultura; sfide che impongono una presa di coscienza irrinunciabile. Se a livello generale è riconosciuta da tutti la necessità di un progetto per affrontare il nuovo che avanza, dall’altra parte manca un vero e proprio ‘piano attuativo’ che sappia rispondere alle esigenze di un’autentica pastorale dei migranti”. E allora che fare? “E’ indispensabile non perdere mai di vista il fondamento che è la Parola di Dio e cercare di mettere in pratica quanto indicato dai documenti della Chiesa che sono sempre ricchi di suggestioni e di approcci diversificati”. Nella seconda giornata il corso è entrato più nel dettaglio, approfondendo il tema della “missione dei e per i migranti”. Partendo dal concetto fondamentale di “missio”, alla luce dal Concilio Vaticano II, don Quadri ha impostato la riflessione sul senso della “missione del sacerdote straniero” e del “migrante”. “La missione – ha spiegato – non è un concetto astratto o un elemento esterno alla fede: corrisponde alla vita stessa del cristiano e delle comunità parrocchiali. Di fronte alle società che si stanno modificando al proprio interno, con cambiamenti assai evidenti, si pone un problema: come avviare in un’ottica cristiana l’inserimento del migrante?”. A questa domanda il sacerdote milanese ha proposto tre criteri evangelici come possibili risposte a tre domande: annuncio, povertà e ascesi. “L’annuncio – ha precisato don Quadri – pone la questione del ‘come’. Come condividere la ricchezza di valori e di carismi che le persone straniere portano in sé? Un esempio potrebbe essere quello di inserire i migranti cristiani nei consigli pastorali o negli organismi di partecipazione parrocchiale. Ma qui ogni realtà deve fare i conti con il proprio ambiente e i suggerimenti sono necessariamente generici”.
Intorno alla povertà il discorso è scivolato sul tema della condivisione. “Povertà – ha detto il Direttore Migrantes di Milano – significa prenderci cura di chi, costretto a migrare, si sente straniero in un paese amico e per questo che nelle nostre comunità dovrebbe innescarsi un cammino “ascetico” che porti alla purificazione dai pregiudizi e dalle pressioni dei media, che spingono per un approccio razzista e unilaterale al problema immigrazione”. Entrando ancora nello specifico dei documenti della Chiesa, don Quadri ha ricordato le celebri “scintille di verità” della Lumen Gentium: è questo l’orientamento benevolo che il Concilio ha inaugurato nell’approccio alle altre religioni. “Dobbiamo incrementare la conoscenza dell’Islam e delle altre religioni – ha suggerito – per promuovere e rafforzare atteggiamenti di accoglienza. La conoscenza è un veicolo decisivo per evitare errori e per sviluppare una cultura del rispetto che nasca dal riconoscimento delle prerogative e dei valori che ogni esperienza religiosa possiede a livello di scintilla di verità”.
Tra i sacerdoti che hanno partecipato al corso, molti dei quali provenienti da altri Paesi, è stato unanime il consenso per l’iniziativa organizzata dalla Fondazione Migrantes così come il desiderio di promuovere nuovi incontri per formare persone e creare nuovi strumenti.
“Il lavoro è sicuramente impegnativo – ha commentato Ivonne Tonarelli responsabile della Migrantes di Massa Carrara – occorre però continuare su questa strada: sperimentare, riflettere, discutere, sono un punto di partenza per provocare un cambiamento di mentalità nei confronti dei migranti, fino ad arrivare con l’aiuto di Dio, a buoni risultati. Forse la meta è ancora lontana, ma noi, come i migranti, siamo in cammino, e ci lasciamo guidare dalla speranza cristiana”. (R. Bruschi)