17 Gennaio 2020 – Vittorio Veneto – Qualche giorno fa, nella notte fra il 7 e l’8 gennaio, abbiamo perso un bambino. Morti così premature sono rare fra noi, ma, purtroppo, non sono un fatto eccezionale. Eppure, sarebbe nostro dovere soffermarci su ognuna di esse, soprattutto in questi giorni ancora così vicini al Natale, una festa che ci ricorda l’importanza che ha, per tutta l’umanità, la nascita di un bambino e quindi anche la perdita che ognuno di noi subisce quando un bambino muore.
Questo vale ancor di più per il bambino che abbiamo perso pochi giorni fa, a causa delle circostanze
in cui ha trascorso i suoi ultimi istanti: come è stato scritto, è morto avvolto dal freddo, dalla solitudine e dal buio. Dimostrava circa dieci anni, veniva dalla Costa d’Avorio ed era salito di nascosto su un grande aereo per cercare di raggiungere, da solo, l’Europa; pur considerando l’incoscienza giovanile, doveva trovarsi in condizioni veramente brutte per prendere una decisione del genere. Pensava che qualsiasi nascondiglio andasse bene e si era rannicchiato nel carrello del velivolo, non sapendo che, alle quote raggiunte dall’aereo, la temperatura scende a 50 gradi sotto zero: un freddo così intenso ha effetti devastanti sul corpo umano, provocando prima convulsioni, poi lo svenimento e infine la morte. Il suo corpo è stato ritrovato quando l’aereo è atterrato a Parigi, e l’aeroporto ha annunciato la morte di un “passeggero clandestino” senza nome.
Nei giorni successivi è stata scoperta la sua identità – si chiamava Laurent Ani – ma il suo nome non basta a dirci qualcosa di lui. Nessuno si è preoccupato di lui, né nel suo Paese di origine, né in quell’Europa che voleva raggiungere, senza conoscerla per nulla.
Se questo bambino fosse sopravvissuto, avrebbe trovato ospitalità fra noi? Molti direbbero che quelli come lui devono essere “aiutati a casa loro”. Chi sostiene questa tesi è tenuto a spiegare in maniera esaustiva come ciò dovrebbe avvenire, ma di fatto questo non avviene! È inutile negare che i consistenti flussi migratori verso il nostro continente possono causarci anche problemi e difficoltà; ma quali difficoltà sono così grandi da far sì che il nostro cuore non sia toccato da casi come questo? (Don Mirko Dalla Torre – Ufficio Migrantes Vittorio Veneto)