Strasburgo – I centri di accoglienza di Lampedusa “non sono idonei a ospitare gli immigrati irregolari”, soprattutto i tunisini che, in pratica, “vi vengono imprigionati, e neppure il giudice vi ha accesso”. L’accusa è della sottocommissione nominata ad hoc dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa per controllare la situazione degli sbarchi in massa di emigranti e rifugiati politici. Guidata dall’inglese Christopher Chope, ieri ha diffuso un rapporto – riferisce l’agenzia SIR – sul sopralluogo effettuato nell’isola il 23 e 24 maggio scorsi.
“I centri d’accoglienza debbono mantenere la loro caratteristica, che è, appunto, fornire assistenza ai migranti. Non debbono trasformarsi in centri di detenzione”, ha dichiarato ieri a Strasburgo il presidente della sottocommissione, esprimendo preoccupazione per la tensione diffusasi in modo esponenziale sull’isola. L’incendio appiccato il 20 settembre scorso nel principale centro d’accoglienza ha causato notevoli danni e una recrudescenza della violenza portando le autorità italiane a definire Lampedusa “porto non sicuro”.
“Bisogna condannare fermamente la violenza, anche perché non rende giustizia degli sforzi compiuti ogni giorno dalla popolazione locale e dalla Guardia Costiera per assistere i naufraghi e offrire loro un rifugio temporaneo sull’isola”, dichiarano i membri della delegazione.
Il 2011 è stato segnato da numerose tragedie di mare nel Mediterraneo. Migliaia di persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste europee. Data la sua vicinanza con il Nord Africa, Lampedusa è il luogo più idoneo a impedire altri naufragi. Di qui il monito di Chope: “Se si considera Lampedusa porto non sicuro le traversate di chi lascia l’Africa per l’Europa saranno più lunghe e pericolose, e le operazioni di salvataggio della nostra Guardia costiera verranno compromesse dalle maggiori distanze. Per salvare vite umane è urgente che Lampedusa sia in condizione di accogliere gli emigranti”. Nel rapporto la commissione invita le autorità italiane ad aumentare il più possibile le capacità di accoglienza e ad assicurare il rapido trasferimento dei nuovi arrivati in altri centri in Italia. Bisogna anche “adeguare al più presto le strutture all’accoglienza dei minori non accompagnati, facendo particolare attenzione che i bambini siano separati dagli adulti e soprattutto non detenuti”.
Lampedusa è sempre il primo porto di attracco per i flussi migratori provenienti soprattutto da Libia e Tunisia. “Gli sbarchi – conclude la delegazione – non sono diminuiti. L’Italia e l’Europa debbono far fronte ai futuri sbarchi che si prevedono sempre più numerosi”.