Roma – Il 12 settembre, con l’avvio della consegna per posta dei questionari, è partita la rilevazione dei dati del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni. La data del censimento è il 9 ottobre 2011; i questionari dovranno essere compilati dai residenti in Italia non prima di allora e, anche se riempiti nei giorni successivi, dovranno comunque far riferimento alla situazione al 9 ottobre.
Il censimento generale è una delle principali rilevazioni dell’Istat. Consente di raccogliere informazioni sulla popolazione residente, sulla quale si rilevano vari caratteri statistici. Il censimento della popolazione si effettua in Italia ogni 10 anni, nell’anno che termina con 1.
A cosa serve?
Il Censimento serve a “contare” la popolazione e a raccogliere informazioni che costituiscono il punto di partenza per individuare adeguate politiche e azioni di sviluppo, mettendo a confronto le diverse realtà territoriali del Paese. I dati raccolti saranno quindi utili per cogliere i cambiamenti in atto nel Paese e orientare le politiche economiche, sociali ed ambientali.
Inoltre, il Censimento rappresenta la memoria storica del nostro Paese: decennio dopo decennio accumula un patrimonio informativo insostituibile che racconta i cambiamenti e le evoluzioni della società. Uno strumento fondamentale per svelarci ciò che eravamo, ciò che siamo e che saremo.
E gli italiani residenti all’estero?
Anche gli italiani residenti all’estero verranno censiti il 9 ottobre. Tale operazione si chiama “rilevazione” ed è disciplinata da due atti normativi: la legge 470 del 1988 e la modifica operata dalla legge 104 del maggio 2002. La rilevazione del 2011 costituisce il 3° Censimento dei cittadini italiani residenti all’estero.
In considerazione della notevole intensità dei flussi migratori di nostri connazionali, numerosi sono stati i tentativi di definire la consistenza della presenza italiana nel mondo. Attualmente, la determinazione del numero dei cittadini italiani residenti all’estero discende dall’elaborazione dei dati provenienti dagli schedari consolari. Ecco perché il Ministero degli Affari Esteri ha già da tempo impartito precise istruzioni alla rete diplomatico-consolare per la revisione e la bonifica dei dati degli schedari. L’occasione del censimento è infatti di particolare importanza per il MAE, in quanto consentirà di avere un’immagine piuttosto articolata delle collettività all’estero, su cui basare la pianificazione futura delle varie attività di competenza di questo Ministero.
Il primo Censimento della popolazione risale al 1861, anno dell’unificazione del Paese nel Regno d’Italia, quando gli italiani erano 26 milioni e trecentomila. Da allora sono state realizzate 14 rilevazioni, di cui l’ultima risale al 2001. Con il Censimento 2011, e una popolazione che supera i 60 milioni, si arriva a 15. Dal 1861 le tornate censuarie si sono susseguite ogni dieci anni con le eccezioni del 1891, per le difficoltà finanziarie in cui versava il Paese, e del 1941, a causa della guerra. Un’altra eccezione è il Censimento del 1936, svolto a soli cinque anni dal precedente a seguito di una riforma legislativa del 1930 che ne aveva modificato la periodicità, subito dopo riportata a cadenza decennale e rimasta invariata fino a oggi. Il 2° Censimento dei cittadini italiani residenti all’estero si è svolto in data 21 marzo 2003, a seguito dell’approvazione della legge 104 del 2002 che stabilisce l’utilizzo dei dati degli schedari consolari per la rilevazione dei cittadini all’estero.
Per ulteriori informazioni, consultate il sito dell’ISTAT all’indirizzo http://censimentopopolazione.istat.it/