Rimini – “La Chiesa cattolica è tornata a svilupparsi in Svezia grazie alle migrazioni. L’80% dei cattolici sono immigrati di prima o seconda generazione. Sono venuti con una fede in un Paese secolarizzato. Grazie a loro anche gli svedesi hanno scoperto che la religione è oggi una realtà”. Lo ha detto il card. Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, intervenendo al convegno su “Una speranza dalla Svezia. Lavorare, vivere e credere insieme”, nell’ambito del Meeting di Rimini. Nella “nostra Europa” in cui “le chiese sono più vuote, mancano le vocazioni, la fede cristiana sta diminuendo”, il porporato ha segnalato che “dopo 100 anni di secolarizzazione c’è uno spiraglio aperto al mistero, alla religione, a Dio grazie alla migrazione”. “Allo stesso tempo – ha affermato il cardinale, ripreso dal Sir – vediamo che in tanti Paesi c’è una politica contro la migrazione. Anche in Svezia la politica è cambiata e sta chiudendo le sue porte ai migranti. Molti vedono la migrazione come una minaccia, ma possiamo fare la constatazione che grazie alla migrazione la Chiesa cattolica si è potuta sviluppare, grazie soprattutto alle persone giunte dal Medio Oriente”. Parlando di ecumenismo e dei rapporti con le altre Chiese cristiane, il card. Arborelius ha spiegato che, in seguito al crescente numero di cattolici, “ogni anno abbiamo potuto comprare o costruire chiese”. “Possiamo usare anche quelle protestanti – ha aggiunto -. Usiamo più di 100 chiese luterane regolarmente. È un segno di ecumenismo. Come lo è il fatto che tutte le Chiese cristiane sono unite a favore dell’accoglienza dei migranti”.