Roma – “Ancora una volta ci troviamo a ribadire con forza che l’ immigrazione non è reato, tanto più se è migrazione forzata, in fuga da povertà e guerre, separata da affetti e legami, alla ricerca di speranza e dignità. La situazione in cui versano le 177 persone imbarcate nella nave Diciotti, a cui viene impedito di mettere piede a terra, ci retrocede come tante altre vicende recenti e meno recenti nel grado di civiltà e di umanità”. E’ quanto scrivono stasera, in una nota, d. Gianni De Robertis, Direttore Generale della Fondazione Migrantes, d. Luigi Ciotti, presidente di Libera e Gruppo Abele e mons. Giovanni Ricchiuti, Presidente nazionale di Pax Christi sulla vicenda della nave Diciotti, con a bordo 177 persone soccorse nei giorni scorsi al largo di Lampedusa, ferma nel porto di Catania. Il pattugliatore della Guardia Costiera italiana è attraccata ieri sera nel porto siciliano dopo essere rimasta bloccata per 5 giorni in mare. Dalla nave militare però nessuno può scendere. “È giusto che l’ Europa si faccia carico nel suo insieme di una tragedia che ha contribuito non poco a provocare, ma – dicono Migrantes, Libera e Pax Christi – le inadempienze della politica non possono ricadere sulle spalle degli ultimi e degli indifesi, usati oggi come strumenti di ricatto per bassi giochi di potere. Quindi ben venga la ricerca di accordi vincolanti a livello continentale, ma intanto le persone si soccorrono e si accolgono. È questo il dovere della politica, ma è anche il compito di un popolo che ha dimostrato tante volte la sua vocazione all’ ospitalità”. (Raffaele Iaria)