Roma – “Quello che mi fa paura in questo momento è la mancanza di memoria. Abbiamo appena celebrato la 104ª giornata del rifugiato e del migrante: 104 anni da quando la Chiesa cattolica ha a cuore le storie di quanti devono lasciare la propria terra”. A parlare è mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei e presidente dell’Apsa, alla tavola rotonda sul tema “Immigrazione e lavoro”, promossa questa mattina a Roma da Ue.Coop. “Sono tornato lunedì dal Libano – racconta – dove abbiamo in corso un progetto di accoglienza di profughi siriani ed ora sto andando a Fiumicino dove arriveranno grazie ai corridoi umanitari 139 profughi eritrei”. “Per quanto riguardo l’invito ‘aiutiamoli a casa loro’ – prosegue – , i missionari laici e religiosi partiti dall’Italia fanno proprio questo. Con i fondi dell’8×1000 sono stati approvati 724 progetti di promozione e educazione nei Paesi del terzo mondo per 85 milioni”. Galantino accenna quindi al progetto “Liberi di partire liberi di restare” e sottolinea che “l’accoglienza deve avvenire sempre nel contesto della legalità, primo passo per una gestione intelligente della mobilità umana. Non sta alla Chiesa – conclude – decidere chi deve entrare e chi deve uscire. A me prete spetta accogliere chiunque sia nel bisogno per farlo un po’ più uomo o un po’ più donna”.