Bergamo – “Un passo avanti in direzione della promozione umana del migrante che supera la necessaria e importante accoglienza e presa in cura”. Così il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, parla dell’Accademia per l’integrazione, un progetto sperimentale di accoglienza attiva dei richiedenti asilo promosso da Comune, Diocesi (attraverso l’associazione Diakonia e la cooperativa Ruah) e Confindustria. “Vogliamo – aggiunge il presule – aprire nuove frontiere sociali sotto il segno della speranza. L’integrazione si nutre di interazione. Come tutti i segni, comincia con dimensioni modeste, ma vuole essere un percorso fecondo. Si aggiunge il valore della rete sociale con le istituzioni del territorio. L’impegno è anche quello di alimentare la coscienza delle comunità”. Il progetto focalizza l’attenzione e l’impegno sulla formazione linguistica, civica e professionale, con la finalità di costruire le premesse per una possibile integrazione fondata sull’autonomia e sulla legalità.
Saranno 30 i richiedenti asilo (che saliranno a 60 alla fine di novembre) coinvolti per nove mesi come in un’accademia appunto nell’impegno dello studio e in attività di volontariato, oltre che il rispetto delle regole di comportamento previste dall’Accademia stessa. Al termine i partecipanti potranno usufruire di un tirocinio ed eventualmente di un contratto di lavoro.