Sant’Egidio “aprire il cantiere di una nuova globalizzazione, quella del dialogo che protegge le minoranze e unisce i popoli”

Bologna – Un cantiere aperto per la Terra, per la cura del pianeta, degli spazi piccoli e grandi in cui ciascuno vive. E’ il messaggio più forte che esce dalle ultime tavole rotonde dell’incontro internazionale della Comunità di Sant’Egidio a Bologna. Oltre trecento leader di tutte le religioni e gli umanisti riuniti per “Ponti di pace” – accompagnati da migliaia di giovani e adulti accorsi da tutta Europa – hanno partecipato da domenica pomeriggio a 34 panel in cui si è parlato delle ferite di questo mondo, in primo luogo le guerre ancora in corso, ma anche delle speranze che oltrepassano i muri e guardano a un futuro condiviso, costellato da “ponti di pace” e di dialogo. Per il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, si tratta anche di lavorare “per il bene della nostra Terra, per proteggere l’ambiente in cui tutti viviamo: solo così la famiglia umana potrà avere un futuro”. “Le giornate di questo Incontro internazionale – continua Impagliazzo – ci indicano una strada prioritaria: dobbiamo lavorare per un’unità spirituale del nostro mondo. Abbiamo costruito finora un’unità economica, del commercio, dei trasporti. Ci muoviamo da una parte all’altra del mondo con grande libertà, ma ci vogliono dei valori per essere uniti, ci vuole un’unità spirituale. Questa è la domanda che emerge da questi giorni di Bologna. Tanti sono i ponti che abbiamo percorso e che abbiamo costruito e tra questi vorrei segnalarne uno, quello verso la nostra Madre Terra, verso il creato”. A ‘Ponti di pace’ tanti, per tre giorni, hanno portato le loro esperienze ed espresso il bisogno di costruire un mondo più umano. Lo hanno manifestato coloro che vivono come minoranze in Paesi per i quali i ponti non sono una scelta ma una necessità. Lo ha detto chi vive in situazioni dove la globalizzazione ha creato nuovi scenari: “Quando si costruisce un ponte bisogna sempre pensare a un’altra riva, cioè al fatto che dall’altra parte ci stanno persone diverse da noi. Occorre creare nuove possibilità di vita insieme e, soprattutto, di vita in pace”.

Questa sera a Bologna, alle ore 17, iniziano le preghiere delle religioni in diversi luoghi e alle 19 tutti convergeranno in Piazza Maggiore per la cerimonia finale.