Le cene in famiglia con i migranti

Lucca – Le foto sono sul profilo Facebook della cooperativa sociale Odissea: cene in famiglia, con parenti e amici. Gente allegra, che scatta selfie e alza i calici. Case diverse, di campagna o di città, con bambini o con i parenti di una certa età. E in ogni scatto, un ospite speciale: un richiedente asilo che per una sera ha lasciato la struttura di accoglienza per assaporare la vita normale.

È stata un successo la seconda edizione di “Aggiungi un posto a tavola”, il progetto nato per favorire l’integrazione dei migranti da un’idea della cooperativa Odissea insieme all’Osservatorio per la pace di Capannori, alla Caritas e al Cooperazione missionaria della diocesi di Lucca.

Se il primo anno erano state 12 le famiglie ad aprire le loro case, questa estate si è arrivati a 26. I migranti sono stati invitati non solo a Capannori, ma anche a Lucca, Pisa, in Versilia… in un tam tam di adesioni che ha stupito gli stessi organizzatori. “Tanti i nuclei con figli adolescenti, che grazie al nostro progetto hanno potuto incontrare coetanei con storie molto diverse dalle loro”, racconta Patrizia Barsi di Odissea. E adesso, per ricambiare, saranno i ragazzi africani a cucinare per le famiglie italiane che li hanno ospitati, presente anche l’arcivescovo di Lucca, Italo Benvenuto Castellani: appuntamento mercoledì prossimo nell’uliveto della parrocchia di Segromigno in Monte, con tre squadre in cucina che prepareranno piatti tipici del Pakistan, del Senegal e della Guinea. E saranno loro, i migranti, ad aggiungere un posto in tavola. (Antonella Mariani – Avvenire)