Milano – La presenza di altre culture e di altre fedi nel nostro Paese può aiutarci a “riscoprire la centralità di Dio nella vita di ogni essere umano, che ‘vive non di solo pane, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio’, e come comunicarlo ai nostri figli”.
E’ quanto scrive il Direttore generale della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis, nella presentazione del volume “Di generazione in Generazione. La trasmissione della Fede nelle famiglie con background migratorio” (edito da Vita e Pensiero) e presentata questa mattina a Milano. Una ricerca realizzata dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo di Milano con la collaborazione di Fondazione Migrantes e degli Uffici Migrantes delle dieci diocesi lombarde.
Don De Robertis ricorda che trasmettere la fede ai propri figli è uno dei compiti fondamentali, “forse il compito fondamentale dei genitori” ed evidenzia che la famiglia è stata “nei secoli e continua ad essere in tutte le culture il luogo privilegiato dell’educazione alla fede”. Oggi, sottolinea il direttore Migrantes, nel “nostro Occidente secolarizzato tale trasmissione della fede di generazione in generazione sembra interrotta. Una delle sofferenze più frequenti dei credenti nel nostro Paese è vedere i propri figli allontanarsi, o mostrarsi indifferenti, dalla fede, o almeno dal modo in cui essi l’hanno praticata”.
Una delle interviste pubblicate nel volume, commissionato dagli Uffici Migrantes della Lombardia, un cappellano di Milano dice: “Io nei migranti ho visto una cosa che avevo sentito dire dai nonni, ma non l’avevo mai toccata con mano: la fede serve a vivere! […] Loro hanno bisogno di Dio, il problema è aiutarli a fare un buon cammino con Dio”. (R. Iaria)