Roma – La firma dell’8xmille è un diritto da esercitare e una scelta di grande valore ecclesiale, a sostegno della missione della Chiesa in Italia. Anche i titolari del modello 730 possono fare la differenza, dando man forte a progetti di condivisione fraterna. Specie perché con il crescente ricorso a precompilati, invio telematico o la fine dell’obbligo di consegna della dichiarazione (già in vigore, ad esempio, per il modello Cu, l’ex Cud), sarà sempre più importante decidere personalmente di partecipare, senza relegare la firma ad un optional. Dallo scorso 15 aprile questo modello fiscale precompilato è a disposizione dei contribuenti via web (www.agenziaentrate.gov.it ) in una particolare sezione, a cui si è ammessi attraverso il codice Pin rilasciato dalla stessa Agenzia delle entrate.
Secondo una recente indagine GFK Eurisko, il consenso alla Chiesa attraverso l’8xmille va ben oltre i fedeli. Solo metà di chi firma si definisce praticante (53,4%), mentre il 32,7% è piuttosto lontano dalle pratiche religiose o decisamente distante dalla Chiesa, nel cui operato però esprime apprezzamento e fiducia. Così nel 2017 alla Chiesa cattolica sono stati assegnati 986 milioni di euro. Ripartiti nelle tre grandi voci: culto e pastorale (36,6%, con 361 milioni di euro), sostentamento dei sacerdoti con 350 milioni di euro (35,5%) e progetti caritativi in Italia e nei Paesi in via di sviluppo con 275 milioni di euro (27,9%).
Nel trentennale del documento Cei ‘Sovvenire alle necessità della Chiesa’ del 1988, vale ricordare che chi firma riconferma non solo la fiducia nell’azione pastorale e caritativa delle diocesi, ma testimonia la condivisione delle risorse quale pilastro della vita cristiana, come nelle comunità delle origini.
E’ possibile accedere alla propria dichiarazione precompilata anche attraverso il sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico) che presta assistenza fiscale, tramite Caf o professionista abilitato. Basterà autorizzarli con una delega. Firmare è facile. Cambiano però le condizioni, a seconda di come si decida di presentare il modello. Tre le possibilità. La prima è l’invio diretto online all’Agenzia delle entrate: il contribuente compilerà in questo caso anche il modello 730-1 (quello con la scelta 8xmille). Troverà anche l’opzione, da selezionare con un flag, per non esprimere alcuna scelta.
Seconda modalità: presentare la dichiarazione al proprio sostituto d’imposta. Qui oltre alla delega per l’accesso al 730 precompilato, andrà consegnato il modello 730-1 in busta chiusa, con la dicitura «Scelta per la destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef». Va scritta per intero, anche se si sceglie di firmare solo l’8xmille. Quindi vanno aggiunti cognome, nome e codice fiscale del dichiarante. La scheda va consegnata anche se il contribuente non esprime alcuna scelta. In caso di dichiarazione in forma congiunta, i rispettivi modelli 730-1 devono essere inseriti dai coniugi in due buste distinte, riportando su ciascuna i dati di chi esprime la scelta.
Infine – terza possibilità – chi si rivolge ad un Caf o a un professionista abilitato deve consegnare, oltre alla delega per l’accesso al modello 730 precompilato, il modello 7301 in busta chiusa, con le stesse indicazioni (dicitura, codice fiscale e dati anagrafici). Va ricordato che chi riceve il precompilato non è obbligato ad utilizzarlo. Può infatti presentare la dichiarazione con modalità ordinarie, utilizzando i modelli 730 o Redditi (ex Unico). Precompilato e ordinario vanno consegnati via web dal prossimo 2 maggio fino al 23 luglio.
Il termine è invece anticipato al 7 luglio per chi si avvale del sostituto d’imposta. Sono circa 14 milioni i contribuenti che nella dichiarazione 2016 (l’ultima disponibile) hanno scelto di assegnare l’8xmille alla Chiesa cattolica, valore in continua crescita rispetto ad una platea che nel 2000 si fermava a 11,4 milioni, seppure allora con percentuali all’87,2%, scese oggi al 79, 9% perché i titolari di modello Cu (ex Cud) non sono più obbligati a consegnarlo. (Laura Delsere)