Milano: la seconda generazione entra in azione

Si è riunito ieri per la prima volta in Comune un gruppo di giovani di origine straniera

Milano – Si chiamano Kibra, Sumaya, Seble, Akram, Francesco Wu, Shady, Rania. I loro nomi conservano l’eco dei Paesi in cui sono nati i loro genitori (dalla Cina alla Siria, dall’Eritrea al Sudan) ma loro sono giovani cittadini milanesi intenzionati a lavorare assieme per far crescere una nuova Milano. Una quindicina tra ragazzi e ragazze, esponenti delle Seconde generazioni, che ieri mattina si sono riuniti per la prima volta all’interno di un gruppo di lavoro creato dall’assessorato alle Politiche sociali di Palazzo Marino.

 
Una ‘task force’, come l’ha definita l’Assessore Pierfrancesco Majorino, che riunisce giovani provenienti da diverse esperienze associative e culturali: «Si tratta di un gruppo di lavoro aperto e permanente, che scommette sulla risorsa rappresentata da cittadini milanesi di seconda generazione, stupidamente trattati come stranieri più giovani», ha spiegato l’assessore.
Sentiti gli interventi, la prima decisione di Majorino è stata quella di inviare una lettera a tutti i diciassettenni figli di cittadini stranieri per informarli della possibilità di acquisire la cittadinanza italiana. «Se entro il compimento del diciannovesimo anno di età non si presenta la richiesta, infatti, si è costretti ad attendere altri dieci anni – spiega Seble Woldeghiorghis, 29enne coordinatrice del gruppo –. La lettera è un piccolo gesto, che però può cambiare la vita di molte persone ». I problemi legati alla cittadinanza, infatti, sono tra i più sentiti da questi ragazzi: «Da Milano vogliamo portare avanti questa battaglia», puntualizza Medhin Paolos, fotografa, che sfoggia una T-shirt con la scritta ‘Straniero a chi?’. Il gruppo, spiega Majorino, «vuole essere un incubatore di buone pratiche sul terreno dell’immigrazione. Milano deve smettere di avere paura e chiudere la stagione in cui si parla di immigrazione usando soltanto la lente della diffidenza e dell’inquietudine». I ragazzi torneranno a incontrarsi già fine luglio e per il 20 settembre verranno presentate nel dettaglio una serie di iniziative a partire dalla scuola, hanno sottolineato i ragazzi, che deve diventare «occasione per valorizzare le diversità». Quasi certamente ci sarà un grande evento multiculturale ancora tutto da definire.
«Vogliamo fare qualcosa di concreto e di positivo per questa città. Vogliamo dare il nostro punto di vista», spiega Akram Idries, classe 1983 laureato in ingegneria gestionale e collaboratore del sito ‘Yalla Italia’. «Il primo nodo da affrontare è di certo quello della cittadinanza – spiega –. Ma lavoreremo anche su altri temi: sulla scuola e sul linguaggio».
Insomma, sul tavolo ci sono tutti gli ingredienti «per cucinare un buon piatto, la nuova cittadinanza – conclude Seble Woldeghiorghis –. La nostra è un’iniziativa aperta a tutti coloro che vorranno partecipare, anche agli italiani». (I. Sesana)