Milano – Con la chiusura della rotta balcanica, l’Italia è diventata non solo il principale Paese d’ingresso dei migranti ma anche lo Stato europeo, insieme alla Germania, che ha registrato il più alto aumento di richieste d’asilo. Se da una parte infatti l’Unione europea registra un calo delle domande, 1,3 milioni nel 2016, con una diminuzione del 7% rispetto al 2015 (quando erano state presentate 1,4 milioni di richieste d’asilo), dall’altra, Italia e Germania registrano un aumento a doppia cifra delle domande presentate.
Secondo i dati pubblicati nel rapporto annuale di European asylum support office (Easo), l’Ufficio europeo per il sostegno dell’asilo, nel 2016, l’Italia ha ricevuto quasi 123mila domande d’asilo, pari a un aumento del 47% rispetto al 2015. Le 122.960 richieste sono pari al 9,5% del totale Ue. Anche
la Germania si conferma record con 745.155 domande, pari a un aumento del 56% rispetto all’anno precedente e al 58% delle domande d’asilo complessive nell’Ue. Stessa cosa per i minori non accompagnati: mentre in Europa sono complessivamente in calo le domande per questa categoria (-37% nel 2016 rispetto al 2015), in Italia si è registrato un aumento del 48% con 6.020 domande di cui il 29% di minorenni del Gambia. Anche la Germania ha visto crescere le richieste con +61% (35.935), di cui il 42% di minori afghani.
Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, l’Italia è anche il Paese che ha il più alto tasso di riconoscimento di una forma di protezione internazionale per i richiedenti asilo. «L’Italia, così come l’Olanda, è il Paese che ha concesso la quota più alta di forme di protezione sussidiaria» si legge nel rapporto.
L’accordo che l’Ue ha siglato con la Turchia nel marzo 2016 ha di fatto spostato la rotta dei flussi migratori, facendo del Mediterraneo centrale la principale rotta per i migranti africani verso l’Ue, con l’Italia come principale punto di ingresso.
In generale – si legge ancora nel rapporto di Easo – nel 2016 «gli Stati membri hanno constatato più di 511mila ingressi illegali, che corrispondono a circa 382mila nuovi arrivi dall’Africa, dal Medio Oriente e dall’Asia». Nel 2016 e 2017 si è registrato un aumento delle richieste di asilo di cittadini dai Paesi dell’Africa Occidentale – in particolare da Nigeria, Guinea, Costa d’Avorio e Gambia – e questo «è direttamente legato all’aumento degli arrivi in Italia».
Le principali nazionalità dei richiedenti asilo in Europa nel 2016 sono state siriana, afghana, irachena, pakistana e nigeriana. Mentre in Italia, la maggior parte dei richiedenti asilo sono nigeriani (il 22%). «Gran parte dei migranti che arrivano in Italia non hanno i requisiti per le redistribuzioni» ha detto Jean-Pirre Schembri, capo dell’unità comunicazione di Easo. Per poter partecipare al programma di “relocation” – la ridistribuzione da Italia e Grecia verso altri Paesi europei – è necessario che i richiedenti asilo siano di una nazionalità che ha un tasso di riconoscimento del 75% nelle domande di protezione internazionale a livello di Unione Europea.
Il rapporto europeo sottolinea inoltre che nel 2016 le richieste d’asilo che hanno ricevuto l’ok alla prima istanza sono aumentate dell’84% rispetto all’anno precedente. Anche l’approvazione in seconda istanza – che in Italia è stata abolita dalla riforma Minniti-Orlando – è cresciuta del 21% rispetto al 2015. (Daniela Fassini – Avvenire)