Torino – Dal 14 al 17 giugno una delegazione di Migrantes Piemonte e Valle d’Aosta si è recata a Lampedusa per conoscere da vicino l’isola ormai simbolo internazionale della frontiera d’Europa. Ad accogliere e accompagnare la quindicina di partecipanti è stato Germano Garatto, padovano d’origine e da quattro anni a Lampedusa per conto della Fondazione Migrantes. Sull’isola Germano Garatto si occupa di progetti di inclusione e integrazione sociale rivolti alle scuole a partire dalla primaria sino alle scuole superiori. Garatto accompagna inoltre gruppi che vogliano approcciarsi alla realtà complessa di Lampedusa attraverso la contemplazione delle bellezze naturali del luogo, la conoscenza della storia dell’isola e della sua attitudine al passaggio e all’accoglienza di persone e culture provenienti dal bacino del Mediterraneo, sino al contatto con la variegata società civile lampedusana che, di fronte ai numerosi sbarchi di stranieri degli ultimi anni, ha saputo rimanere umana e ad affrontare le emergenze. “Lampedusa e la sua gente. Visita alla frontiera dell’Europa: un bagno di umanità”, questo è il titolo del percorso proposto alla Delegazione di Migrantes, che è iniziato con la visita a piedi alla Porta d’Europa ed è proseguito con l’incontro informativo su storia e cultura delle Pelagie con Nino Taranto, presidente dell’Associazione Archivio Storico di Lampedusa. Garatto e le diverse persone incontrate nelle giornate a Lampedusa hanno descritto l’impatto che l’Hot Spot ha oggi sull’isola, le dinamiche che si creano tra la popolazione e i migranti che teoricamente dovrebbero rimanere a Lampedusa 96 ore, ma che in realtà ci restano per mesi. Si tratta di un Hot Spot che dovrebbe ospitare circa 500 persone, ma che in realtà tocca punte di 1000, soprattutto nei mesi più caldi. La Delegazione ha incontrato esponenti della rete locale Forum Lampedusa Solidale, sul significato di “cittadinanza attiva” per chi vive sull’isola e diverse persone e famiglie che hanno soccorso o ospitato i migranti in arrivo. Interessante e particolarmente toccante la visita al Porto M, tra gli oggetti abbandonati e raccolti nei barconi da parte del Collettivo Askavusa, dove si sono affrontate le cause delle migrazioni che passano da Lampedusa. Sull’isola si trovano un Santuario e un sito plurimillenario che dimostrano la sua vocazione all’incontro e alla condivisione. Si tratta del Santuario della Madonna di Porto Salvo, un luogo sacro condiviso tra cristiani e musulmani, poco distante dall’Isola dei Conigli, raggiungibile a piedi attraversando una splendida spiaggia bianca.(Migrantes Piemonte e Valle d’Aosta)