Don Gino Battaglia, Drettore Ufficio Ecumenismo e Dialogo interreligioso della CEI al Corso di pastorale migratoria della Migrantes
Roma – “E’ essenziale capire le differenze per contribuire al bene della società nel suo complesso. Oggi esiste una europeizzazione dell’islam che non è ancora integrazione piena. Uno dei problemi è allora come contribuire a questo processo, come cattolici e come cittadini europei”. Lo ha detto questa mattina don Gino Battaglia, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei parlando sul tema “Noi e l’Islam” durante il corso di pastorale migratoria, promosso dalla Fondazione Migrantes che si concluderà domani. Secondo studi recenti, la popolazione di religione musulmana – ha detto don Battaglia – nel mondo cresce a una velocità doppia rispetto al resto della popolazione. Pertanto i musulmani nel 2030 saranno il 26,4 per cento della popolazione mondiale (2,2 miliardi). Oggi sono il 23,4 per cento (1,6 miliardi). In quella data in Europa saranno più di 58 milioni (l’8 per cento della popolazione). Oggi sono il 6 per cento. Il dialogo con l’islam – ha spiegato – ha “risentito nel passato recente del clima seguito all’11 settembre: il decennio appena passato è stato segnato da una logica di conflitto che ha finito per coinvolgere anche i rapporti interreligiosi nel nostro paese”.
“Quali azioni concrete le Chiese europee devono promuovere per combattere le immagini distorte e negative dei musulmani e dell’islam?, si è chiesto il sacerdote dopo aver citato alcune di queste: “le parole chiave – ha risposto – potrebbero essere informazione e formazione. Occorre informare meglio un numero sempre maggiore di cattolici sulla realtà della vita religiosa e culturale musulmana, e incoraggiarli a incontrare i musulmani come il proprio prossimo, nello spirito cristiano di vicinanza e di solidarietà sociale. Famiglie cattoliche e musulmane nei vicinati, singoli cattolici e musulmani nella vita pubblica e professionale”, etc. E ancora durante la loro formazione, futuri preti, diaconi, catechisti, laici impegnati nella pastorale e nella catechesi “devono essere edotti sull’islam nella grande varietà delle sue interpretazioni e, in secondo luogo, educati a una visione cattolica delle cose islamiche, alla luce della nostra fede e della nostra teologia. La stampa cattolica e i mezzi di comunicazione in genere devono essere aiutati a sviluppare una adeguata conoscenza e un buon discernimento delle questioni musulmane e islamiche”. Prima di don Battaglia la giorata si era aperta con una celebrazione liturgica presieduta da mons. Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma e membro della Commissione Migrantes della Cei, seguita da una relazione sull’islam di Francesco Zannini, docente di islamologia presso il Pontificio Istituto di Studi arabi e che oggi pomeriggio ha guidato i 60 partecipanti al corso alla Moschea di Roma.