Roma – “Io credo che sia una provocazione, una provocazione che può essere anche utile in questo momento in cui l’Europa, oltre ad aver fatto degli annunci, non ha fatto seguito con una serie di azioni che sono importanti. Se non fosse una provocazione, sarebbe inaccettabile”. Con queste parole mons. Gian Carlo Perego, Direttore generale uscente della Fondazione Migrantes commenta l’intenzione espressa dal governo italiano di bloccare i porti nazionali alle navi ong che battono bandiere di altri Paesi, dove dovranno sbarcare i migranti che soccorrono in mare.”Sappiamo tutti come, di fatto – ha detto il presule – dopo la fine di ‘Mare Nostrum’, la nuova operazione ‘Triton’ legata a ‘Frontex’ è stata un’operazione sottodimensionata rispetto all’esigenza di un salvataggio in mare”. Un arretramento dell’Ue che ha costretto le organizzazioni non governative a supplire: “L’Europa – spiega mons. Perego – non ha saputo presidiare il Mediterraneo riguardo il salvataggio di vite umane. Il secondo aspetto è che la politica dell’Europa sull’asilo è una politica monca e manca il ricollocamento che è rimasto sostanzialmente lettera morta”.