Brescia: quando i Camuni conobbero l’emigrazione

Brescia – Nel marzo 1961 usciva e veniva spedito nei cinque continenti il primo numero del notiziario “Gente Camuna” che recava lo stesso nome dell’Associazione. Per 50 anni, una trama ininterrotta di pensieri (e solidarietà) cresciuti lungo le vie dell’emigrazione.
Eugenio Fontana, testimone attento e pietoso del lungo filo di memoria e speranza, ha raccolto nel volume “Gente Camuna: storie di emigrazione” (grafica La Cittadina, Gianico, 2011) struggenti storie di Camuni in giro per il mondo con la valigia di cartone. In sede di presentazione, l’attuale presidente del sodalizio Nicola Stivala ha sottolineato: “Il fenomeno migratorio, in modo diretto o indiretto ha toccato l’intera comunità valligiana. Quando qualcuno si dirigeva verso la stazione carico di valigie e di speranza, erano in tanti coloro che col nodo alla gola lo accompagnavano e sventolavano i fazzoletti”.
Le storie sono toccanti e romanzesche; tutte, nel bene e nel male, distillate da una realtà un tempo non facile: numerosi figli, mancanza di lavoro, viaggi per mare lunghissimi e pericolosi, difficoltà incontrate nelle nuove terre, malattie, paghe insufficienti, nostalgia. E per i parroci in patria, le crescenti preoccupazioni per l’assistenza spirituale ai propri emigrati. Da qui, l’impegno di Giacomo Mazzoli che, anche nel settore dei provvedimenti per gli emigrati, lascia un profondo segno. E poi Enrico Tarsia, Nino Stivala, Paolo Franco Comensoli e altri che si susseguiranno nel tempo. (e.g.- La Voce)