Ascensione del Signore al Santuario di Genazzano: pellegrinaggio annuale degli immigrati albanesi

Roma – L’appuntamento annuale di preghiera degli immigrati albanesi in Italia presso il Santuario della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano (RM) quest’anno è stato partecipato da numerosissimi fedeli, circa un migliaio, provenienti da diverse parti d’Italia e dalla stessa Albania ma per la prima volta da tutti i vescovi della Conferenza Episcopale Albanese. Senz’altro possiamo definire la celebrazione di quest’anno un evento storico, perché univa in un solo quadro emozioni diverse e particolarmente intense; negli interventi dei concelebranti e dei partecipanti si sono più volte toccati i temi che hanno caratterizzato la vita del popolo albanese durante l’anno pastorale in corso: in primo luogo la beatificazione di 38 testimoni della fede in Dio che vince le paure e le umane miserie e trionfa su ogni idea di morte; sembrava ascoltare attraverso le parole dell’omelia del neo cardinale Zef Simoni, testimone vivente del martirio del clero albanese durante il regime comunista, il “Cristus vincit!” (“Rrnoftë Krishti Mbret!”) che questi martiri hanno pronunciato prima di essere uccisi. Le loro reliquie, offerte dai vescovi al santuario ed esposte sull’altare, durante la liturgia avevano creato un clima di preghiera così intenso che faceva recepire la richiesta unanime al Signore di benedizione, per loro intercessione, sulle famiglie e su tutta l’Albania. Nella circostanza, testimone particolare della preghiera sull’Albania è stata Madre Teresa di Calcutta di origine albanese, canonizzata il settembre scorso, che ha fatto accendere nel mondo il senso profondo della carità evangelica, via necessaria per godere dei beni del cielo di cui il Signore ha reso partecipi tutti con la sua incarnazione; per il popolo albanese è sicuramente un vanto avere questa ulteriore testimone che ha reso noto la piccola nazione albanese in tutto il mondo. Ma su tutto questo, in questo particolare santuario, “piccola Albania” vicino Roma, aleggiava la figura rassicurante della Regina del Buon Consiglio, patrona di questa nazione. La chiesa gremita di gente racchiudeva in quel momento il senso di unità che ha sempre caratterizzato questo popolo anche se gli eventi lo hanno costretto ad essere il più smembrato emigrante della storia. L’esperienza di preghiera vissuta ha sicuramente arricchito tutti i partecipanti anche perché i temi scritturistici del mistero dell’Ascensione del Signore, di cui ricorreva la festa nella stessa domenica 28 maggio, si sono impressi nell’animo di ognuno ricordando loro che il Signore non abbandona mai il suo popolo, anzi salendo al cielo porta in gloria quell’umanità che il peccato voleva costringere in catene e in tutti coloro che confidano in lui Dio realizza il suo mistero di Redenzione. Possiamo affermare che il santuario di Genazzano quest’anno è stata la cornice nella quale questi eventi hanno dipinto il quadro più bello degli ultimi anni che meriterebbe, come hanno chiesto e firmato i vescovi albanesi in un documento da presentare a Papa Francesco durante la loro visita ad limina, la “Rosa d’oro”. La festa è continuata nei giardini della cittadina laziale dove i diversi gruppi sono stati visitati, ascoltati e incoraggiati dalle parole paterne di mons. Angelo Massafra, metropolita di Scutari e presidente della Conferenza Episcopale Albanese e nella gioia dei canti e danze, che ogni anno allietano l’agape fraterna, hanno manifestato il superamento delle difficoltà iniziali, il desiderio di sentirsi uniti come popolo e comunità che conserva, nel paese straniero che l’accoglie, la sua identità culturale e religiosa e l’augurio per un futuro migliore. (Don Pasquale Ferraro Coordinatore nazionale della pastorale per gli immigrati albanesi in Italia)