Roma – Addio Unico, arriva il modello Redditi, ma sul fronte della firma 8xmille non ci sono novità sostanziali. Anche quest’anno per destinare la quota Irpef alla Chiesa cattolica sarà necessario utilizzare l’apposita scheda all’interno del modello fiscale. E andrà compilata sia in caso di obbligo di presentazione della dichiarazione, sia in caso di esonero, indicando codice fiscale e generalità. La firma va posta nel riquadro «Scelta per la destinazione dell’Otto per mille dell’Irpef» nella casella «Chiesa cattolica». Per chi sceglierà la modalità telematica di invio all’Agenzia delle entrate (agenziaentrate.gov.it), il gesto fluido della biro con le nostre generalità – come accade già da diversi anni – verrà sostituito da un ‘flag’ selezionato sul computer, per esprimere a chi destinare l’8xmille. Due le alternative per la consegna, con scadenze differenti. Nel primo caso, il modello Redditi e la scheda possono essere predisposti da qualsiasi intermediario fiscale abilitato alla trasmissione telematica (dunque commercialisti o Caf) che provvederà anche ad inviarli entro il 30 settembre. È bene in ogni caso ricordare personalmente all’intermediario fiscale che si vuol esprimere la scelta per destare l’8xmille.
Diversamente, chi predisporrà da solo il modello dovrà consegnarlo via internet entro il 30 settembre. Ma se il contribuente non è obbligato all’invio telematico, i termini di consegna presso gli uffici postali sono decisamente anticipati: dal 2 maggio al 30 giugno. Dunque è già in corso il bimestre entro cui avvalersi di questa modalità.
Lo scorso anno sono stati oltre 15 milioni i contribuenti che hanno assegnato l’8xmille dell’Irpef complessivo alla Chiesa cattolica. Una quota in continuo aumento nell’ultimo decennio (nel 2000 si fermava a 11,4 milioni). Il numero oltrepassa quello dei cattolici praticanti, e segnala un non formale apprezzamento per l’operato di sacerdoti e volontari da parte di non credenti o ‘lontani’.
Una ricerca GFK Eurisko calcola che i praticanti si fermerebbero al 53,4% del totale, con un firmatario su 3 lontano da abitudini religiose o – per il 13,9% – distante dalla fede. Alla Chiesa cattolica, che ogni anno si affida alla libera scelta dei cittadini per le sue risorse, sono così stati assegnati 1.018 milioni di euro, utilizzati – com’è indicato nella ripartizione 2016, disponibile tutto l’anno sui siti web sovvenire.it e 8xmille.it – secondo tre macro-voci: culto e pastorale (39,5%, con 398 milioni di euro); sostentamento dei sacerdoti diocesani, compresi circa 600 missionari nel Terzo mondo (34%, con 350 milioni di euro); infine opere caritative in Italia e nei Paesi in via di sviluppo (26,5%, con 270 milioni di euro). Nella prima macro-voce sono compresi anche i fondi, pari ad 80 milioni di euro nel 2016, per la ‘nuova edilizia di culto’, ossia per gli oratori, per gli spazi parrocchiali e le nuove chiese che, seppure in costante diminuzione negli ultimi anni, sono ancora necessarie nelle zone di nuova espansione urbana); e contributi per 60 milioni di euro destinati al restauro di pievi e cattedrali, per continuare a tramandare fede e cultura in un Paese come l’Italia, dove oltre il 75% del patrimonio artistico è ecclesiastico.
All’interno delle risorse per culto e pastorale sono compresi inoltre piani pastorali nazionali, come il ‘Progetto Policoro’, con cui la Cei ha dato vita a decine di corsi di formazione professionale in funzione anti-disoccupazione, prima destinati al solo Mezzogiorno, oggi attivati in tutte le regioni italiane. Obiettivo è insegnare ai giovani a creare cooperative, che approdano dopo circa un anno sul mercato grazie al sostegno dei tutor. Sono stati così attivati nel tempo oltre 4 mila posti di lavoro, grazie all’impegno congiunto in ogni diocesi degli uffici di Pastorale giovanile, Caritas e Servizio di pastorale del lavoro. Il ‘Progetto Policoro’ ogni anno è sostenuto dall’8xmille con circa 1 milione di euro. E la rendicontazione in progress delle cooperative giovanili che hanno preso il largo dal Friuli a Sicilia e Sardegna è sul sito progettopolicoro.it. All’interno della macro-voce sul sostentamento dei sacerdoti c’è invece l’impegno degli oltre 35 mila preti diocesani, compresi missionari inviati nel Terzo mondo e sacerdoti ormai anziani, che hanno dedicato la vita al Vangelo e ai fratelli. L’8xmille affianca le «Offerte per il sostentamento dei sacerdoti» nell’obiettivo di assicurare ai pastori una remunerazione decorosa, che va da 870 euro netti al mese per un sacerdote appena ordinato, fino a 1.354 euro per un vescovo ai limiti della pensione. Infine i fondi caritativi in Italia (185 milioni) sostengono la rete di accoglienza agli ultimi e ai ‘nuovi poveri’ della Chiesa, oltre a mense, case-famiglia per donne e minori in difficoltà, progetti per anziani e disabili. Nei Paesi in via di sviluppo (con 85 milioni nel 2016) sono stati state sostenute missioni, scuole e ospedali – http://sictm.chiesacattolica. It/ (Laura Delsere)