Roma – “Attraverso il deserto e il mare”. Questo il titolo del documentario, presentato questa mattina a Roma, che ripercorre due delle rotte dell’area mediterranea più battute dai rifugiati, attraverso le voci di chi ogni giorno “valica frontiere per fuggire da guerre, violenze e persecuzioni”.
Realizzato dal Servizio civile internazionale, in collaborazione con Anna Lindh Foundation, ha come obiettivo “informare e sensibilizzare la cittadinanza sulle rotte migratorie Turchia-Italia-Grecia e Egitto-Israele”.
“Con questo lavoro – spiega una delle registe, Karen Shayo – cerchiamo di capire perché queste persone si incamminano nel deserto del Sinai o attraversano il Mediterraneo per arrivare in una terra che pensano possa offrirgli una vita migliore. È anche molto importante per noi rompere il silenzio e far conoscere le realtà terribili che questi rifugiati vivono: come un naufragio in mare o i campi di prigionia che si trovano al confine di Israele”.
“Le autorità israeliane – rimarca Chaska Katz, regista del documentario – sono autorizzate infatti ad arrestare o a sparare a coloro che cercano di valicare il confine”.
Alla luce di queste vicende, concludono i promotori del progetto, la missione del nostro lavoro è quella di stimolare processi di consapevolezza e fare in modo che le cose possano cambiare”.