Rimini – “Dobbiamo avere l’onestà e il coraggio di guardare a questo brutto avvenimento muovendoci non solo ‘intorno’ ad esso, ma cercando di andarci ‘dentro’. E andarci dentro significa guardarlo certamente con le lenti della politica, della giustizia, della sociologia, della psicologia e quant’altro. Ma c’è una prospettiva che non deve mancare, ed è quella educativa”. Così monsignor Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini, commenta al Sir la violenta aggressione, mercoledì sera, nei confronti di un richiedente asilo nigeriano di 25 anni, ricoverato ora in condizioni gravissime. “Quando si verifica un disastro ambientale – spiega Lambiasi -, bisogna che la società si interroghi su cosa è avvenuto e su cosa si poteva fare per evitarlo. Bisogna che anche in questo caso, come in altri similari, gli adulti e tutti coloro che sono impegnati in ambito educativo si pongano la domanda: cosa avremmo potuto fare e cosa dovremmo per impedire episodi del genere?”. “Penso che ognuno di noi che ha responsabilità educativa – conclude il presule – non solo non possa rassegnarsi a derive tanto drammatiche, ma, oltre a vigilare e a prevenire affinché ciò non avvenga, dobbiamo renderci conto che ogni nostro gesto e nostra parola ha una ricaduta educativa o diseducativa all’insegna della violenza o dell’accoglienza di chi è diverso da noi per motivi razziali o culturali”.