Cerignola – Li hanno incontrati in quei casolari di campagna dove i migranti trovano sistemazioni di fortuna in condizioni spesso disumane. Sono rimasti scossi da quanto visto, da una realtà che con dolorosa sorpresa hanno scoperto esistere poco lontano da casa. I giovani di Cerignola, in Puglia, hanno così sentito il desiderio che quel pezzo di vita – ai più invisibile – diventasse patrimonio del loro umano vivere. E quei migranti hanno iniziato ad incontrarli e a conoscerli, ascoltando le loro storie. Un prendersi cura che ha portato i ragazzi ad uscire dalle parrocchie per andare a intercettare gli stranieri lì dove vivono. Hanno offerto loro acqua e cibo, ma anche un piccolo tempo di preghiera che ogni mercoledì raccoglie persone di diverse culture e religioni. Da questa esperienza è nato un sogno più grande: un centro pastorale per la cura e lo sviluppo della persona immigrata. “Sarà intitolato a Santa Bakhita, donna sudanese che nella sua storia ha vissuto l’esperienza della schiavitù e della liberazione”, spiega don Claudio Barboni che in Puglia è Incaricato regionale di Pastorale giovanile. I lavori si concluderanno entro l’anno. Qui troveranno posto un centro di prima accoglienza, un punto medico, una scuola di italiano, “con l’obiettivo di promuovere la cultura dell’incontro e del dialogo trasformando l’accoglienza in integrazione”. (Luca Sardella)